ospedali piemontesi

L'allarme di Nursing Up:"Infermieri gettonisti e posti letto insufficienti"

Negli ultimi giorni, in particolare negli ospedali torinesi, si registra un surplus di accessi di pazienti che le strutture non solo assolutamente in grado di sostenere

L'allarme di Nursing Up:"Infermieri gettonisti e posti letto insufficienti"
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Nursing Up, il sindacato degli infermieri, punta il dito sulla sanità piemontese che sta vivendo uno dei suoi momenti più delicati.

La situazione negli ospedali torinesi

Negli ultimi giorni, in particolare negli ospedali torinesi, si registra un surplus di accessi di pazienti che le strutture non solo assolutamente in grado di sostenere. Naturalmente le situazioni più allarmanti si registrano nei pronto soccorsi.

Nursing Up elenca gli ospedali protagonisti di una tragica domenica post natalizia, quella dell'8 gennaio: Mauriziano, Molinette, ma anche San Giovanni Bosco, Martini, Maria Vittoria, Regina Margherita. 1200 accessi nei nosocomi cittadini in poco meno di 24 ore.

Ci sono poi le realtà di provincia dove la situazione non è meno grave, come Chieri, Rivoli, Moncalieri, Chivasso.

Le parole del Presidente Nazionale del Nursing Up

Così Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up:

Come spesso tragicamente accade, per tappare le falle della carenza di personale, si prendono decisioni a dir poco discutibili. Come si sta verificando al San Luigi di Orbassano dove, ci riferiscono essere realtà ma lo stiamo verificando,  una delibera avrebbe disposto un impegno di spesa di ben 67mila euro per inserire, per un periodo di tre mesi (dicembre 2022-febbraio 2023), tre figure di infermieri specializzati di sala operatoria.

Senza nulla togliere alla professionalità di questi colleghi, a quanto ci riferiscono, si tratterebbe di una cooperativa esterna. Siamo di fronte all’ennesimo caso di infermieri gettonisti!

Cosa succede? Come è possibile che una azienda sanitaria decida di ricorrere ad una spesa del genere, gravando in modo pesantissimo sul proprio bilancio, e non immagini, invece, di pagare in regime di prestazioni aggiuntive gli infermieri che sono già assunti?

Sono domande che abbiamo il dovere di porci! Proviamo a farci due conti.

Potremmo ipotizzare che ognuno di loro, si tratta di uno strumentista e di due infermieri di sala/anestesisti, arriverebbe a costare oltre 20mila euro lordi, per un totale appunto di 3 mesi di lavoro.

Tutto questo per tappare le falle di una carenza di 4mila operatori sanitari in una regione oltremodo provata.

Pensate davvero che un infermiere di sala operatoria, assunto dalla sanità pubblica, oggi arrivi a percepire davvero 7mila euro lordi al mese?

E poi ci sono le barelle, quelle su cui devono stazionare, gioco forza i pazienti, in attesa di un ricovero. Sono tornate!

Uno spettacolo che non vorremmo mai raccontare ma che è davanti agli occhi della collettività.

Accade ad esempio al Molinette, uno degli ospedali che in assoluto sta più soffrendo questa situazione di disagio, e dove, ci dicono, per un ricovero, ci vogliono l anche  due / quattro giorni. Avete capito bene! Un paziente potrebbe essere destinato a rimanere anche quattro giorni su una barella, in attesa di avere un posto in reparto.

Nei giorni festivi il numero di pazienti che accedono agli ospedali torinesi, dal momento che non trovano la disponibilità del proprio medico di famiglia, aumenta poi in modo vertiginoso.

Sono le stesse aziende sanitarie a rivelare che, oltre alla carenza di personale, mancano posti letto, almeno 180, sempre nei principali ospedali torinesi. Secondo le stime, si rischia di dover fronteggiare una emergenza che diventerebbe insostenibile di fronte a quel carico, sopra citato, di 4mila pazienti giornalieri, che le strutture cittadine non sono assolutamente in grado di reggere.

Il recente caso della dottoressa gettonista

Proprio recentemente, su Prima Alessandria veniva raccontata la drammatica vicenda di una donna di 76 anni, morta dopo una visita al pronto soccorso dell'ospedale San Giacomo di Novi Ligure.

La donna, recatasi in ospedale per problemi respiratori, era stata visitata da una dottoressa di una cooperativa privata assegnata al Pronto soccorso dell'ospedale. Da quanto emerso, la professionista si occupava principalmente di medicina estetica. La procura di Alessandria ha pertanto aperto un'inchiesta.

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