Askatasuna, sette misure cautelari per i militanti del centro sociale
I provvedimenti sono scattati per effetto di una pronuncia della Corte di Cassazione nel quadro di un'inchiesta della procura del capoluogo piemontese
La Digos di Torino ha notificato misure cautelari e restrittive a sette militanti del centro sociale Askatasuna.
I provvedimenti
I provvedimenti sono scattati per effetto di una pronuncia della Corte di Cassazione nel quadro di un'inchiesta della procura del capoluogo piemontese.
Giorgio Rossetto, 60 anni, ritenuto leader dell'autonomia torinese è tornato in carcere. Quattro attivisti sono invece agli arresti domiciliari. Infine per tre c'è il divieto di dimora in Val di Susa e obblighi di firma.
Alice Scavone e Donato Laviola si sono consegnati, intorno alle 18, alle forze dell'ordine. La resa, dopo più di un'ora, di gioco per le parti, di slogan, di attesa da parte delle forze dell'ordine. La prima ha gli arresti domiciliari esecutivi, mentre il secondo gli ha solo "notificati".
In corso Ciriè, a Torino, presso lo spazio Neruda, i due attivisti insieme alla galassia di associazioni pro-reddito di cittadinanza hanno avuto un confronto con la polizia. Poco prima, sempre davanti alla sede, si è tenuta una conferenza stampa per commentare il responso della Cassazione.
Il verdetto della Cassazione
La Cassazione si è pronunciata su un ricorso degli indagati contro una decisione del tribunale del riesame di Torino, che aveva ordinato alcune misure cautelari e ipotizzato il reato di associazione per delinquere. La Suprema Corte, su questo reato, ha disposto un "annullamento con rinvio" ai giudici subalpini.
Nel fascicolo della maxi-inchiesta, titolare il pubblico ministero Manuela Pedrotta, dalle indagini della Digos, guidata da Carlo Ambra, partite nel 2019, emerge il ruolo violento avuto dal centro sociale di corso Regina Margherita 47 protagonista secondo l'accusa dei disordini scoppiati in città e in Val di Susa (inerenti la lotta al Tav).