TORINO

Parco del Meisino, il comitato "Salviamo il Mesino" dice: "Si alla Città dello Sport ma non lì"

Il progetto del Comune minerebbe la tranquillità di flora e fauna

Parco del Meisino, il comitato "Salviamo il Mesino" dice: "Si alla Città dello Sport ma non lì"
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Il grande parco urbano del Meisino è da alcuni mesi al centro di polemiche per un progetto annunciato dal Comune di Torino, che vorrebbe farlo diventare sede della "Città dello Sport". Una scelta che non è andata giù al mondo degli ambientalisti e dei semplici cittadini che da anni frequentano il parco, in quanto minerebbe la flora e fauna presente nel polmone verde situato a nord del quartiere Vanchiglia.

Il comunicato del comitato "Salviamo il Parco del Meisina"

"Un grande Parco, dove la natura si autogoverna e convive egregiamente con gli esseri umani che vi trascorrono in autonomia ore di sport, svago e salute, improvvisamente diventa “sede ideale” di una Città dello Sport. Un modello tanto originale e completo (campi da cricket e biathlon, tipici sport di massa italiani) da voler rappresentare in futuro un esempio virtuoso di moderna localizzazione delle attività sportive. Un progetto da 11,5 milioni di euro (finanziamento del PNRR a debito) non necessario in quest’area.

L’idea prende forma la scorsa estate, senza rumore, e nessuno provvede a coinvolgere e informare i cittadini. A metà novembre, infine, viene presentato in Comune un progetto, realizzato frettolosamente, che lascia pochissimo tempo a valutazioni e verifiche puntuali, fatta salva la sua evidente inadeguatezza al Parco del Meisino, in considerazione del suo alto valore naturalistico, vocazione e unicità. L’ipotesi della realizzazione di un tale intervento, ha immediatamente mobilitato molte persone tanto che una petizione online contraria non al progetto, ma ad un intervento di quelle dimensioni in quel luogo, ha ottenuto ad oggi l’adesione di oltre 2.200 persone.

Sarebbe opportuno, piuttosto, dirigere il finanziamento sempre verso la zona nord della città, ma dove sono presenti aree sportive in disuso e abbandonate, dove si possa parlare realmente di riqualificazione e soprattutto di inclusione sociale. Perché questo è il principale obiettivo del finanziamento. E limitarsi a intervenire sulla parte Nord dell'ex galoppatoio, al fine di creare un centro dell'educazione ambientale sotto lo stretto controllo di referenti competenti".

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