Chivasso, moria di pesci: la causa è il livello molto basso di ossigeno nell'acqua
Altri casi analoghi si sono verificati in Lombardia nel corso del 2020 e del 2021.
Le prime analisi dei campioni d’acqua prelevate nel Parco Sabbiunè di Chivasso (TO) effettuate nei laboratori dell'Arpa, non evidenziano la presenza di alcun inquinante chimico che possa dar luogo alla moria e all’ elevata densità di pesci (tinche, pescigatto, carpe) osservata nel tratto finale del Rio Orchetto, che a poche decine di metri a monte della confluenza con il Po risulta in secca.
L'asfissia dei pesci
L’unico parametro nell’acqua, oltre all’ammonica che è prodotta dal metabolismo dei pesci intrappolati nel Rio, che risulta diverso dal corso fluviale del Po è l’ossigeno disciolto; infatti nell’acqua del fiume la concentrazione attuale corretta è di 7,0 mg/l mentre nel Rio si evidenzia una drastica riduzione fino a 0,5 mg/l, concentrazione questa che è causa della moria per asfissia dei pesci e del anomalo comportamento che fa si la fauna ittica si porti in superfice nel tentativo di integrare la respirazione branchiale con l’aerazione forzata.
La causa
L’assenza dell’ossigeno è causata dall’elevato consumo da parte dei pesci che sono intrappolati in questo canale. Il canale infatti “funziona da pozza di svernamento pre invernale”, ovvero un luogo nel quale i pesci trovano rifugio grazie ad una temperatura lievemente superiore a quella del fiume.
La ricerca naturale da parte della fauna ittica di pozze per lo svernamento nel fiume Po è un comportamento normale in questo periodo dell’anno; purtroppo, la minor disponibilità idrica a seguito del periodo siccitoso estivo, ha ridotto il numero e la profondità delle pozze naturali esistenti nel fiume inducendo la ricerca di habitat idonei allo svernamento che sono stati trovati in questo tratto finale del Rio Orchetto, Rio artificializzato, che di fatto rappresenta una trappola mortale.
Compresa la dinamica del fenomeno domani verranno poste in atto da ittiologi e personale della Città Metropolitana di Torino, del Comune di Chivasso e dell’Arpa, azioni volte a tentare di riportare nel fiume i pesci e successivamente ad impedire l’accesso al tratto finale del Rio Orchetto con il posizionamento di una rete.
Morte di pesci anche in altre zone del nord Italia
Quanto accaduto nel Chivassese non è l'unico caso isolato. Negli ultimi due anni si sono verificati diversi casi nel nord del Paese. Ma cominciamo con ordine: il primo, come raccontato dai colleghi di Prima Lecco, è stato nel 2020 dove centinaia di pesci hanno perso la vita nel torrente Bevera tra i comuni di Besana in Brianza e Monticello a causa di uno strano liquame marrone sulla superficie dell’acqua. Poi nel 2021, nel lago di Sartirana a causa di un temporale che ha modificato le composizioni chimiche dell'acqua. Infine, sempre nel 2021 e in Lombardia, si è verificato un altro caso nel fiume d'Adda.