TORINO

Palazzo di Città, è polemica sul rinnovo delle poltrone negli uffici degli assessorati e del sindaco

Sono costate circa 16mila euro.

Palazzo di Città, è polemica sul rinnovo delle poltrone negli uffici degli assessorati e del sindaco
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Torino ha cambiato sindaco (nel 2021) ma anche le "poltrone" nel vero senso della parola a distanza di alcuni mesi. Si perché è emerso che il primo cittadino di Torino, Stefano Lo Russo, abbia fatto rinnovare le poltrone del suo ufficio ma anche dei vari assessorati di Palazzo di Città. Un rinnovo generale dell’arredamento, costata ai torinesi circa ben 16mila euro che non è passato inosservato alle opposizioni, dopo l'intervista che ha rilasciato il sindaco della prima capitale d'Italia, alla TGR Piemonte, la scorsa settimana in occasione del suo primo anniversario alla guida della città.

La notizia

La notizia è sgorgata agli onori della cronaca con il post pubblicato sui profili social dal consigliere di opposizione del M5s, Andrea Russi.

Il post:

"Dopo aver visto al TGR questo servizio, ho scoperto che una delle prime scelte da sindaco di Lo Russo è stata far sostituire le poltrone del proprio ufficio, inclusa, ovviamente la sua.

Per carità, 5.500€ è una spesa relativamente esigua ma lo trovo comunque decisamente inopportuno, per una serie di motivi.

Il primo è che la poltrona che ha ereditato Appendino dai suoi predecessori e che lei ha lasciato a Lo Russo, così come tutte le poltroncine per gli ospiti, erano ancora in buono stato e assolutamente riutilizzabili.

Il secondo è che quando chiedi ai tuoi cittadini dei sacrifici, innalzando le tasse, non puoi permetterti di impegnare anche un solo centesimo per spese tranquillamente rinviabili.

Il terzo è che le casse del Comune, come tutti sanno, sono in condizioni critiche e spendere i soldi dei cittadini per beni di importanza non certo vitale, come Marie Antoinette insegna, è uno schiaffo in faccia non solo ai dipendenti dell’ente ma a tutti i torinesi.

Continuerò ad approfondire il tema tramite interpellanze e accessi agli atti. Qualcosa mi dice che c'è ancora molto da scoprire".

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