Condannata a sei mesi la sindaca Chiara Appendino
Porterà comunque a termine il mandato da sindaca come previsto dal codice etico ma si autosospenderà dal Movimento 5 stelle.
La sindaca di Torino, Chiara Appendino, è stata condannata a sei mesi nell'ambito del processo Ream.
Il processo
Il processo riguarda un debito che il Comune aveva contratto nella precedente legislatura con il fondo immobiliare di Unicredit, Ream, come caparra per esercitare un diritto di prelazione sul progetto di rinascita dell'area ex Westinghouse. I cinque milioni dovevano essere restituiti nel 2016, ma la sindaca, insieme al suo ex capo di gabinetto, Paolo Giordana, all'assessore al Bilancio, Sergio Rolando, e al il direttore del settore Finanza, Paolo Lubbia, lo avevano posticipato per due anni di seguito, inciampando nell’inchiesta penale.
La posizione dell’accusa è che il debito da 5 milioni sia stato"fatto sparire" per far quadrare i conti alla chiusura del primo bilancio firmato Appendino.
Gli altri imputati
In udienza preliminare Ronaldo e Giordana sono stati condannati a sei e otto mesi per abuso d'ufficio e falso in atto pubblico, come la sindaca hanno scelto il rito abbreviato, il direttore finanziario del Comune Paolo Lubbia, anche lui imputato, ha invece, scelto il rito ordinario ed è però stato prosciolto da tutte le accuse.
Le parole di Chiara Appendino
La prima cittadina, che è stata riconosciuta responsabile di una imputazione di falso ideologico (relativo al bilancio 2017), ma si salva dall'accusa di abuso in atti di ufficio e una seconda di falso (relativa al bilancio 2016) ha dichiarato che porterà comunque a termine il mandato da sindaca, come previsto dal codice etico, ma si autosospenderà dal Movimento 5 stelle. La sindaca in un lungo post su facebook ha poi sottolineato la sua posizione e la sua buona fede.
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