Condannato il consigliere leghista Alberto Morano: "Macroscopica violazione dei doveri"
Accusato di aver chiesto a una discoteca 200mila euro per cessare la sua attività di contrasto politico, le ragioni della sentenza.
Ribaltata la sentenza di primo grado che indicava come assolto il notaio Alberto Morano - candidato alle ultime elezioni comunali di Torino da Lega Nord e Fratelli d'Italia ed eletto in consiglio comunale. La Corte d'appello di Torino lo ha condannato a due anni e quattro mesi di reclusione. Ecco le ragioni della sentenza.
Condannato il leghista Morano
La Corte ha così motivato la sentenza inflitta lo scorso 15 luglio:
"Macroscopica violazione dei doveri gravanti su un consigliere comunale, frutto di una strategia perseguita per mesi".
Morano è accusato di una tentata induzione indebita sulla cosiddetta faida delle discoteche. I giudici hanno anche ricordato che a carico di Morano c'è una pena di 11 mesi e 20 giorni per bancarotta fraudolenta patteggiata nel 2000. Il notaio è accusato di aver chiesto agli ex titolari della discoteca Cacao 200mila euro per cessare la sua attività di contrasto politico in merito a presunti abusi edilizi della struttura. Condannati a 2 anni anche Angelo D'Amico, ex consigliere comunale di Forza Italia, e Ferdinando Montalbano, ex gestore della discoteca L'ippopotamo. Un anno per Antonio Biondino, candidato nel 2016 nella lista civica di Morano. Il notaio è stato invece assolto dall'accusa di abuso di ufficio. Ora non resta che la Cassazione.
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