Processo d'appello bis per l'ex governatore leghista Cota (e le sue famose mutande verdi)
Accusato di peculato, ovvero d'aver sostenuto spese che non era legittimo farsi rimborsare durante il proprio mandato.
La Cassazione ha disposto un processo d’appello bis per l’ex presidente della Regione Piemonte Roberto Cota. Il governatore leghista (dal 2010 al 2014) è accusato di peculato, ovvero d'aver sostenuto spese che non era legittimo farsi rimborsare durante il proprio mandato.
Processo d'appello bis per l'ex governatore
Cota in primo grado era stato assolto. In Appello Cota era stato condanato a un anno e sette mesi per la non occasionalità e sistematicità con la quale si faceva rimborsare scontrini che non avevano attinenza con la sua funzione.
Ma occorre ora per i giudici (che parlano di concezione privatistica dei rimborsi) un dibattimento-bis per approfondire un aspetto: i rapporti col collega di partito Mario Carossa col quale era accusato in concorso.
Le famose mutande verdi del leghista Cota
La difesa punterà probabilmente sulla tesi dell'errore (ben 47 scontrini e 1.900 euro in totale su un un numero più cospicuo). Secondo l'accusa Cota conservava invece sistematicamente scontrini di diverso genere solo per alzare la cifra dei rimborsi mensili.
Tutto ciò comprese spese nelle vicinanze di casa o durante viaggi privati all'estero, come quello negli Usa del 2011 (per un corso di inglese) diventato noto perché durante la permanenza Cota aveva comprato le famose "mutande verdi" (ovvero un costume da spiaggia color kiwi) divenute icona dell'intera inchiesta cosiddetta "rimborsopoli".