Usano un indirizzo “virtuale” di Torino per percepire il reddito di cittadinanza: 140 denunciati
Controlli hanno potuto accertare che tutti i nominativi forniti dall’INPS, oltre ad avere autocertificato il falso dichiarando una residenza fittizia, non erano mai stati residenti sul territorio nazionale e non avevano mai svolto attività lavorativa in Italia.
I Carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Vicenza unitamente ai militari della Sezione Operativa della Compagnia Carabinieri di Bassano Del Grappa, al termine di complesse e articolate indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Vicenza, hanno denunciato 140 cittadini di nazionalità rumena per aver indebitamente percepito il reddito di cittadinanza.
Usano un indirizzo “virtuale” per percepire il reddito di cittadinanza
La "residenza" a Torino
Le verifiche hanno permesso di accertare che tutte le persone identificate avevano presentato la domanda per percepire il beneficio indicando, quale residenza, uno stesso civico di Torino. Gli ulteriori accertamenti effettuati dal Nucleo Carabinieri Ispettorato Lavoro di Vicenza con i colleghi della Sezione Operativa della Compagnia di Bassano del Grappa permettevano di appurare che tale residenza risultava essere solo un indirizzo virtuale, predisposto dal Comune di Torino per i richiedenti asilo. Constatato ciò i militari, attraverso l’analisi delle banche dati INPS, ottenevano l’elenco dei cittadini che avevano presentato documenti analoghi inserendo il predetto indirizzo.
Gli ulteriori controlli incrociati su banche dati INPS e Ispettorato Nazionale del Lavoro consentivano di accertare che tutti i nominativi forniti dall’INPS, oltre ad avere autocertificato il falso dichiarando una residenza fittizia, non erano mai stati residenti sul territorio nazionale e non avevano mai svolto attività lavorativa in Italia. Anche la documentazione relativa all’ISEE presentata dagli indagati, documento essenziale per la quantificazione del Reddito di Cittadinanza, è risultata falsificata mediante autocertificazione.
I 140 cittadini di nazionalità rumena sono stati pertanto deferiti in stato di libertà per la violazione dell’art. 7 comma 1° del D.L. 4/2019 convertito in Legge 26/2019 avendo reso o utilizzato documenti falsi o attestanti cose non vere al fine di assicurarsi il reddito di cittadinanza, ottenendo così indebitamente il beneficio, cagionando un danno all’erario di oltre 460.000 euro.
Tutte le carte di credito rilasciate per il prelievo mensile del beneficio sono state immediatamente bloccate.