Antonio morto in carcere dopo aver perso 25 chili: la famiglia chiede di mantenere aperto il caso
Compagno di cella: "Antonio aveva iniziato a «vomitare sangue, defecare e svenire".
Il caso Antonio Raddi, il detenuto alle Vallette di Torino che morì il 30 dicembre 2019 a 28 anni per una infezione polmonare dopo avere perso 25 chili di peso, torna agli onori della cronaca.
Il fatto
Il giovane detenuto per rapina, maltrattamenti ed evasione cominciò ad affermare di avere problemi ad alimentarsi ad agosto, ma gli operatori del carcere erano convinti che la sua fosse soltanto una simulazione. All'inizio della sua detezione Raddi pesava 80 Kg, mentre a novembre la bilancia ne segnava appena 50.
Il caso in tribunale
Il caso del 28enne approda in tribunale dove tra qualche giorno verrà discussa la richiesta dei familiari del giovane di non archiviare l'inchiesta. La seconda consulenza tecnica ordinata dalla procura, la prima non era stata giudicata soddisfacente in cui si parla di cure non adeguate.
Richiesta di archiviazione
Il pubblico ministero che aveva in mano la questione, ha proposto l'archiviazione perché, sebbene i nuovi consulenti abbiano affermato che il calo di peso, avrebbe dovuto essere "contrastato diversamente anche con l'ausilio di approfondimento clinico specialistici e di laboratorio", non sono stati raccolti elementi sufficienti per stabilire la responsabilità a carico dello staff medico delle Vallette, anche perché, dalle notizie emerse, Antonio non si mostrava collaborativo .
Il 14 dicembre 2019 fu portato al pronto soccorso del Maria Vittoria: il primario ne certificò l'estremo stato di denutrizione e dopo poche ore morì.
Compagno di cella: "Antonio aveva iniziato a vomitare sangue, defecare e svenire"
Poco prima della morte, Antonio Raddi, secondo quanto riferito da un suo compagno di cella, aveva iniziato a "vomitare sangue, defecare e svenire". Un chiaro segnale di malessere che spinse poi gli operatori del carcere a mandare, successivamente, in ospedale il 28enne.