Ventilatori inutilizzati, la replica di Arcuri: "Usati in tutta Italia, nessun problema nelle altre regioni"
In una nota diffusa dall'ufficio stampa di Arcuri si legge che i ventilatori ritenuti difettosi dai medici piemontesi non hanno alcun problema di utilizzo nelle altre regioni.
Pochi giorni fa oltre 400 i ventilatori polmonari arrivati in Piemonte in piena emergenza sanitaria sono stati considerati inadatti all’uso della terapia intensiva Covid, al centro di un report dei medici delle terapie intensive piemontesi inviato alla struttura commissariale. La maggior parte di loro sono al momento inutilizzati: a distanza di qualche giorno dall'"accusa" è arrivata la replica di Arcuri tramite una nota diffusa dall'ufficio stampa dell’ex Struttura commissariale per l’emergenza.
Ventilatori inutilizzati, la replica di Arcuri
Nella nota diffusa dall'ufficio stampa di Arcuri, nome e volto diventato noto durante la prima ondata di pandemia, viene specificato che nel periodo marzo 2020 - marzo2021, su richiesta della Regione, sono stati inviati in Piemonte 85 ventilatori polmonari acquisiti tramite procedura Consip e 445 forniti dall’unico produttore italiano di tali apparecchiature, SIARE Engineering International Group S.r.l., necessari per integrare la precedente fornitura che non consentiva di fronteggiare, nella quantità e nelle tempistiche, il fabbisogno di ventilatori espresso dalle regioni.
Arcuri prosegue nella spiegazione ripercorrendo i passi compiuti oltre un anno e mezzo fa e raccontando che i ventilatori italiani sono stati selezionati e inizialmente acquistati prima dalla Protezione Civile e poi dalla struttura del Commissario Straordinario, appurato che sono dotati di certificazione CE, iscritti nella banca dati dei dispositivi medici gestita dal Ministero della Salute e la loro qualità è stata certificata anche dal Comitato Tecnico Scientifico che ne ha approvato l’acquisto nella seduta del 7 marzo 2020.
Tutte le Regioni hanno utilizzato questi ventilatori
I ventilatori ritenuti difettosi, specifica Arcuri, sono gli stessi utilizzati in tutte le regioni italiane ma nessun'altra regione ha lamentato problemi che potessero comportare “gravi ripercussioni cliniche sui pazienti” - come lamentato dai medici piemontesi - o ha ritenuto che fosse “improponibile l’utilizzo degli stessi per i pazienti con insufficienza respiratoria”.