Omicidio Massimo Melis, l'amica barista: "Non c’è nessuno stalker"
E' stata la stessa amica che il 52enne ha riaccompagnato a casa prima di essere assassinato a scoprire il cadavere.
Omicidio Massimo Melis, ieri l'autopsia sul corpo dell'operatore della Croce Verde: ucciso da un solo colpo di pistola sparato a distanza ravvicinata alla tempia sinistra. L'amica barista, accompagnata a casa dal soccorritore della Croce verde prima di essere ucciso, negando l'esistenza di uno stalker, smentisce ora la pista passionale seguita con maggior convinzione sinora dagli inquirenti, sulle tracce di un ex della donna già noto alle Forze dell'ordine tuttora irreperibile.
Omicidio Massimo Melis, proseguono le indagini
Proseguono serrate le indagini della Squadra Mobile della Questura di Torino sull'omicidio di Massimo Melis, 52 anni, operatore della Croce Verde, trovato senza vita nella sua auto lunedì 1 novembre.
Ieri l'autopsia sul corpo ha dato le prime risposte su come sia stato compiuto l'omicidio: Melis è stato freddato con un solo colpo di pistola alla tempia sinistra. Un colpo sparato con un Revolver calibro 38/357 da distanza ravvicinata. Il 52enne ha aperto la portiera della sua auto, si è seduto, ha inserito le chiavi nel quadro e prima di riuscire ad allacciarsi la cintura, da breve distanza, è stato sparato il colpo mortale. Una vera e propria esecuzione.
Ucciso intorno alle 21
Impossibile stabilire il minuto esatto del delitto avvenuto nella serata di domenica 31 ottobre 2021. Ma l'autopsia, avrebbe rivelato che Melis sia stato assassinato subito dopo aver accompagnato a casa un'amica di vecchia data. Il killer, probabilmente si era appostato in un giardinetto vicino a dove era parcheggiata la sua auto, e avrebbe sparato il colpo di pistola mortale intorno alle 21, e dunque non due o tre ore dopo il saluto all'amica, come si era ipotizzato inizialmente.
La pista passionale
Gli investigatori stanno esaminando le immagini delle telecamere di sorveglianza di via Gottardo, dove è stata trovata la vittima, ed attendono l'analisi dei tabulati telefonici. Il cellulare di Melis, ancora acceso, è stato trovato in una tasca degli abiti dell'uomo. Una persona senza ombre, riservata e incensurata. La pista privilegiata degli inquirenti al momento sembra essere ancora quella passionale. E i sospetti si stanno concentrando su un uomo di 62 anni pregiudicato che al momento risulta irreperibile.
"Nessuno stalker"
Pista che però viene smentita dalla barista. La donna ascoltata per la seconda volta dagli inquirenti nega ora la versione dello stalker.
"Non è così, nessuno mi dava fastidio", e precisa: “Ho quarant'anni, non avrei mai dato retta a un sessantenne".
"Di che cosa è successo domenica non me la sento di parlare, sono ancora troppo sconvolta - conclude - Rivedo in continuazione davanti a me il suo volto senza vita. Non potrò mai dimenticare".
Già perché è stata lei, a scoprire il corpo di Massimo. Allertata nel pomeriggio di lunedì dalla mamma del 52enne, preoccupata perché il figlio non rispondeva alle chiamate, è scesa scesa in strada e lo ha trovato privo di vita nell’auto.