Maresciallo morto in spiaggia, indagato un 28enne
Il graduato dei Carabinieri aveva rimproverato un gruppo di ragazzi per aver gettato i mozziconi nel mare. Poi il litigio fatale.
Maresciallo morto in spiaggia dopo una lite, c'è un indagato 28enne. Si tratta di un tizio di Cosenza già noto alle Forze dell'ordine. Sarebbe lui, secondo la ricostruzione effettuata dal locale Commissariato di Polizia, il responsabile del litigio che ha poi portato al malore fatale e al decesso.
Pochi dubbi sulla dinamica
Le generalità dell'indagato non vengono rese note, anche se trapela che comunque non fosse solo in spiaggia. Sulla dinamica, invece, ci sono pochi dubbi anche perché testimoni ce n'erano e non ha vinto l'omertà. Secondo la ricostruzione più attendibile, il maresciallo Antonio Carbone era sul bagnasciuga quando ha visto questo gruppetto di giovani gettare le sigarette in mare noncuranti del bon-ton da spiaggia. Subito, forse anche per l'abitudine, il carabiniere li ha rimproverati ricevendo come risposta insulti e urla. Il rapido "confronto" sulla sabbia si sarebbe risolto con una pesante minaccia profferita dal 28enne nei confronti del maresciallo. Carbone, a questo punto, è tornato al suo ombrellone, ma l'agitazione per quanto appena accaduto deve aver messo a dura prova le sue coronarie causandone il cedimento. Infatti, il malore fatale è sopraggiunto di lì a poco.
Il maresciallo Carbone, 56 anni, era conosciuto da tutti per la sua integrità e onestà, attualmente in servizio alla tenenza di Ciriè. In passato era stato comandante della stazione di Lanzo e prima ancora aveva prestato servizio a Venaria Reale.
Era piemontese d'adozione
Insomma, un piemontese d'adozione come si dice in questi casi, un servitore dello Stato che si era integrato benissimo fra Torino e hinterland. Toccante il ricordo del fratello Vincenzo:
"Il 16 agosto 2021 è morto un uomo, è morto un calabrese, è morto un maresciallo dei carabinieri di 56 anni. Nell’esercizio delle sue funzioni, se così si può dire. Naturalizzato piemontese, in vacanza da appena un giorno, voleva difendere il mare di Paola dalla ignoranza violenta e barbara di un clan di bagnanti (...). Un gesto da poco, un gesto banale: chiedere con gentilezza di non buttare rifiuti in mare. Ma l’ignoranza violenta e la protervia minacciosa hanno avuto la meglio. Alla fine di un violentissimo assalto verbale da parte del clan, a cui lui non ha potuto opporre alcuna resistenza, il suo cuore non ha retto. (...) Quando sono arrivato ho potuto solo assistere alla incredulità e allo sconforto di chi c’era. (...) E’ morto un carabiniere nell’esercizio delle sue funzioni di essere umano, si chiamava Antonio Carbone, mio fratello".
I bagnini gli avrebbero prestato i primi soccorsi, fino all'arrivo dei sanitari del 118. Tutto inutile purtroppo, il cuore del maresciallo Carbone ha smesso di battere. La notizia della sua morte ha suscitato molto cordoglio in chi lo conosceva: Carbone si è sempre dimostrato persona corretta al di là del suo ruolo "istituzionale" impegnandosi sempre a fondo nel proprio lavoro.
Questa dunque la triste vicenda del maresciallo morto in spiaggia in Calabria per cui c'è indagato un 28enne.