Prosciutto Raspini scelto tra tutti i cotti per la qualità, parola degli Agricoltori Italiani
L'azienda rispetta dei principi fondamentali, uno su tutti: la valorizzazione della produzione locale.
I prosciutti cotti alta qualità a marchio Raspini e Rosa saranno firmati dagli Agricoltori Italiani con il marchio FDAI, evidenziato nella confezione, per garantire al consumatore, l’italianità di tutti gli attori della filiera.
L'accordo
Mercoledì 22 luglio 2020, nella sede Raspini S.p.A. di Scalenghe, si è svolto l’incontro per la sottoscrizione dell’accordo tra l’azienda piemontese e FDAI-COLDIRETTI, cui hanno preso parte Stefano Albertazzi - direttore generale Filiera agricola italiana, Roberto Moncalvo, presidente Coldiretti Piemonte, Umberto Raspini, presidente e amministratore delegato della Raspini SpA. I prosciutti Cotti di alta qualità Raspini e Rosa sono stati scelti, a livello nazionale all’interno del mercato dei cotti, come prodotti che rappresentino quei principi fondamentali che il progetto FDAI intende valorizzare: le produzioni delle Filiere agroalimentari italiane, che garantiscono origine e tracciabilità.
Gran Paradiso di nome e di fatto
Uno dei prodotti che sicuramente verrà marchiato è il Gran Paradiso Raspini, un prosciutto cotto ottenuto con l’impiego di sole carni italiane, accuratamente selezionate. I maestri salumieri della Raspini mettono a frutto la capacità di saper fare con estrema cura, una lavorazione che preservi tutte le espressioni sensoriali del prodotto, iniziando con una ricetta corta ottenuta solo con l’impiego d’ingredienti naturali e proseguendo con 72 ore di massaggio delle carni, 24 ore di lenta cottura a vapore e 2 settimane di riposo.
L'impegno per il Made in Piemonte
Fabrizio Galliati, presidente di Coldiretti Torino spiega l'importanza dell'accordo firmato il 22 luglio
Questo accordo commerciale è un primo importante strumento che segue il decreto a livello interministeriale per il via libera all’etichetta d’origine dei salumi Made in Italy e testimonia il nostro impegno e quello di chi crede nel territorio, come Raspini, e intende valorizzare le produzioni locali. In questo modo l’azienda si è impegnata a utilizzare e valorizzare ulteriormente i suini piemontesi. La filiera suinicola piemontese conta 3 mila aziende, un fatturato di quasi 400 milioni di euro e 1milione e 200mila capi destinati, soprattutto, ai circuiti tutelati delle principali Dop italiane per la preparazione della miglior salumeria nazionale. Questo progetto di filiera, su cui Coldiretti ha lavorato negli ultimi mesi, è un passo decisivo che conferma un impegno comune per garantire agli allevatori una reale valorizzazione dei suini Made in Piemonte ed al consumatore finale una elevata qualità del prodotto.