La Azzolina: "Ecco perché non faccio pace con chi minaccia e insulta"
L'ex-ministra grillina ci scrive (riportando anche alcuni post) per intervenire sulla spinosa questione delle offese sui social, della causa legale e delle scuse rifiutate.
L'ex-ministra Lucia Azzolina interviene sulla vicenda delle offese ricevute quand'era ministra dall'odontotecnico di Torino, una questione che è diventata causa legale e di cui si sta parlando molto in questi giorni. Il responsabile, un professionista 50enne, aveva postato insulti contro l'esponente grillina dicendosi esasperato per le scelte politiche della ministra. Adesso, dopo la causa legale promossa per tutelare il proprio onore da parte della Azzolina, l'odontotecnico si è scusato (con una lettera, non di persona) ed ha versato una donazione benefica per convincere la controparte delle proprie "buone intenzioni".
I banchi a rotelle? Non si parte da lì
Ciononostante (è la notizia riportata ieri) la Azzolina non intende accettare le scuse: troppo gravi le minacce, troppa acredine in quegli insulti, troppo sessiste e maschiliste le frasi postate per poter chiudere un occhio. Ecco come l'ex-ministra commenta questa spinosa vicenda, che tocca anche la polemica sui banchi a rotelle ma non parte da lì:
"Si torna per l'ennesima volta a citare i banchi a rotelle - dice la Azzolina -. Surreale legare gli insulti pubblicati a maggio con quei banchi di cui si è iniziato a parlare solo a fine giugno. Si fa riferimento allo scandalo che si trascina ancora oggi. (...) Occorre quindi ristabilire ancora una volta la verità. Si tratta di sedute già in uso da anni in vari Paesi europei e nelle scuole italiane più innovative. (...) Le scuole che le hanno ricevute le avevano richieste, non sono certo state imposte dalla ministra Azzolina. (...) Quella dei banchi a rotelle è in definitiva una narrazione totalmente fuorviante e frutto a volte di autentica ignoranza dei fatti”.
Impossibile perdonare questi insulti
Ma l'ex-ministra M5S si spinge anche oltre, facendo capire come non si possa perdonare a cuor leggero certi tipi di insulti che riguardano non solo in destinatario delle offese (lei in questo caso) ma anche tutta la categoria che rappresenta (le donne). Sessismo e maschilismo sono atteggiamenti esecrabili, ovviamente, e la Azzolina lo ribadisce specificando di preciso quali siano stati gli insulti postati dall'odontotecnico. Ecco qua un breve estratto del lungo elenco di violenze verbali e oscenità: le riportiamo al fine di evitare che la vicenda possa essere derubricata a semplice arrabbiatura o a una perdita di controllo.
"Vi veniamo a prendere a casa, vi spariamo un colpo in testa". "Sei una bastarda devi andare a fare i pom***". "Azzolina continua a fare i pom*** in Parlamento".
Attacchi che, come si vede, non contengono critiche politiche né rappresentano una civile dialettica ma si riducono all'offesa fine a se stessa.
Ancora la Azzolina:
"Sui social chiunque può arrivare alle minacce di morte, agli insulti e alle offese specialmente alle donne (...) o alle Istituzioni dello Stato magari sperando poi di sottrarsi alle responsabilità connesse (...) con erogazioni in denaro forse anche poco spontanee e dovute al procedimento giudiziario conseguente".
Niente sconti dunque per quella ridda di minacce e offese postate sui social, e l'ex-ministra ci ha spiegato perché.