Sindacalista licenziata per aver girato un video di denuncia viene riassunta per ordine del giudice
Il delegato sindacale, in presenza di una situazione che ritiene lesiva di diritti o interessi dei lavoratori, può decidere di documentarla senza prima confrontarsi con l'azienda.
Patrizia non può essere licenziata, ma anzi, deve essere riassunta. E' questo l'ordine del giudice. Ma che colpa aveva la delegata sindacale dei lavoratori della Dussmann, azienda che ha l’appalto delle pulizie in vari ospedali a Torino e nel resto d’Italia, per essere stata licenziata?
Il video nel 2019
Nell'ottobre del 2019 la sindacalista gira un video alle Molinette dove mostrava un reparto invaso dai liquami, il suo intento in realtà non è tanto quello di documentare uno stato d'emergenza quanto quello di raccontare le difficili condizioni di lavoro degli addetti alle pulizie: sprovvisti di guanti e calzature adeguate e senza i fondamentali strumenti di lavoro come stracci e spazzoloni. Lo scopo del video è quello di fornire prove allo Spresal (Prevenzione e Sicurezza Ambienti di Lavoro). Intanto, a pandemia dichiarata, le condizioni dei lavoratori peggiorano: a mancare non sono solo gli strumenti di lavoro, ma anche le mascherine (mai fornite da Dussmann e quindi chieste direttamente nei reparti). Le segnalazioni finiscono in una denuncia alla Guardia di Finanza, che porta a un’inchiesta della procura.
Accusata di aver divulgato materiale
Quando il video, per vie traverse indipendenti dalla delegata sindacale, arriva nella redazione de La Stampa, l'azienda prontamente l'accusa di aver divulgato il materiale.
Ripercorrendo tutta la vicenda in tribunale però emerge altro: la sindacalista non ha mai scritto ai giornali avendo l'unica intenzione di avvisare lo Spresal. Per il giudice il caso è chiuso: la società non può contestare il fatto che la sua organizzazione sindacale abbia deciso di presentare una denuncia corredandola con il video. Nell’ordinanza, il giudice Aurora Filicetti chiarisce ulteriormente che il delegato sindacale, in presenza di una situazione che ritiene lesiva (o potenzialmente lesiva) di diritti o interessi dei lavoratori, può decidere di documentarla, ad esempio girando un video, senza avere alcun obbligo di confronto con l'azienda.
Patrizia verrà quindi riassunta con tanto di pagamento degli arretrati, contributi previdenziali e interessi legali, mentre la procura è ancora impegnata a indagare.