Università di Torino: la "contraerea" anti-tumori vince il premio europeo per la ricerca
Una medaglia non da poco per il luminare, che porta prestigio anche a tutta la comunità medico-scientifica dell'ateneo torinese.
Grande e prestigioso risultato per tutta l'Università di Torino: il professor Alberto Bardelli ha vinto il premio Erc (European Research Council) in qualità di docente del Dipartimento di Oncologia dell’Università di Torino e direttore del Laboratorio di Oncologia Molecolare all'Istituto di Candiolo (Irccs). Luminare della scienza e "guru" dell'immunoterapia quindi: l'avanguardia accademica nel campo della ricerca medica abita qui, all'UniTo.
Una medaglia non da poco per Bardelli, che porta lustro anche a tutta la comunità medico-scientifica dell'ateneo torinese. Oltre che una discreta somma da investire nella ricerca: il grant, riservato a scienziate e scienziati, consiste in un finanziamento di circa 2,5 milioni di euro.
Una competizione estrema
La competizione per gli Erc è estrema: solo l’8% dei progetti viene finanziato. Il lavoro presentato dal prof. Bardelli è uno dei tre progetti italiani, su un totale di 746 proposte presentate in tutta Europa. A livello globale l’Italia si si colloca all’ottavo posto per numero di progetti vinti. Molto soddisfatto il rettore dell'università. Cos il prof. Stefano Genua:
“Questo brillante risultato conferma che i ricercatori del nostro Ateneo sono altamente competitivi a livello internazionale. Il prof. Bardelli è impegnato da tempo nello sviluppo della medicina di precisione per i pazienti oncologici e il suo nuovo studio, su come sia possibile costringere le cellule dei tumori a rendersi visibili al sistema immunitario, può segnare un punto di svolta nella ricerca oncologica, da sempre considerata un’eccellenza di UniTo. L’attenzione della comunità scientifica mondiale al progetto, vincitore di un prestigioso Advanced Grant, conferma l’alto valore della nostra ricerca e i ritorni positivi per la società. Il nostro più sentito ringraziamento va a tutto il team guidato da Bardelli”.
Fra tumori e contraerea
Molto singolare e interessante il parallelo che lo stesso Bardelli ha tracciato per divulgare con parole semplici il contenuto della sua ricerca. Il luminare ha tradotto in termini militari quanto accade in un fisico malato di tumore. Così:
“La maggior parte dei tumori sono equiparabili agli aerei da combattimento Stealth che, essendo invisibili ai radar, non danno modo alla contraerea (il nostro sistema immunitario) di rispondere. In pratica, per la prima volta sarà possibile costringere le cellule tumorali a rendersi visibili alla contraerea del sistema immunitario. Più in dettaglio, l’inattivazione dei meccanismi di riparazione del Dna nelle cellule tumorali può essere sfruttata a beneficio del paziente, risvegliando la risposta immunitaria antitumorale. Infatti, tutto cambia se una tecnologia costringe i tumori invisibili a diventare visibili e, di conseguenza, aggredibili”.
Ottime speranze dunque, grazie anche al collaboratore di Bardelli dottor Giovanni Gennaro che ha dato i prodromi a questo successo (il premio all'Università di Torino) con un articolo pubblicato sulla rivista scientifica "Nature" nel 2017.