Cavalli dopati, scuderia sequestrata e titolari denunciati
Le indagini hanno avuto origine nell’autunno del 2020 in occasione di un concorso ippico nazionale.
Cavalli dopati: sequestrata dai Nas di Torino una scuderia nel Pinerolese.
Sequestrata scuderia
A conclusione di un’articolata indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Torino, i militari del N.A.S. di Torino hanno dato esecuzione ad un provvedimento di sequestro preventivo di un’importante azienda ippica del Pinerolese, che attualmente ha in gestione circa 60 equidi.
Le indagini hanno avuto origine nell’autunno del 2020, quando in occasione di un concorso ippico nazionale di categoria mista tenutosi nell’area di Pinerolo, i militari del NAS di Torino avevano eseguito dei prelievi dei liquidi biologici ai cavalli vincitori dei quattro premi in palio, tutti riconducibili alla stessa scuderia.
Medicinali veterinari vietati
Nell’occasione, erano già stati rinvenuti all’interno e in prossimità dei box di stazionamento dei cavalli, alcuni dispositivi per l’inoculazione, nonché diversi medicinali ad uso veterinario, il cui solo possesso in occasione degli eventi agonistici è vietato dai regolamenti della Federazione Italiana Sport Equestri e dalla Federazione Equestre Internazionale.
Le analisi di laboratorio sui campioni prelevati hanno riscontrato la presenza di una estesa varietà di sostanze farmacologicamente attive – antinfiammatori, sedativi, antiipertensivi, diuretici – tutte somministrate agli animali in assenza di prescrizioni da parte di medici abilitati e di provenienza ignota, in assenza di patologie dichiarate ed esigenze terapeutiche, come previsto dalle disposizioni FISE e FEI.
Denuncia per maltrattamento di animali
I titolari del maneggio sono stati denunciati all’Autorità giudiziaria per maltrattamento di animali, esercizio abusivo della professione medica e frode in competizioni sportive. È ritenuta infatti particolarmente grave la condotta posta in essere dai titolari della scuderia per la varietà di farmaci veterinari vietati rinvenuti nel corso delle attività, per lo sfruttamento cui tali animali erano sottoposti, inevitabilmente deleterio per la loro salute, nonché per la finalità di lucro connessa con l’alterazione delle prestazioni agonistiche, con conseguente incremento della reputazione del maneggio stesso.