"No al sistema di proctoring": la protesta degli studenti di Unito contro il software spia
Alla base di tutto ci sarebbe un problema tecnico non da poco: il software non è supportato da molti dei device utilizzati dai ragazzi.
Gli Studenti Indipendenti non ci stanno. Il sistema di proctoring che l'Università di Torino vuole approvare è la goccia che fa traboccare un vaso già colmo delle difficoltà degli universitari alle prese con gli esami a distanza e dunque, non resta che protestare, anzi occupare.
La protesta in tempi di Covid
Ma in tempi di Covid, pure manifestare non è facile: a far sentire la propria voce non è una folla e non c'è la solita colonna sonora tipica delle occupazioni, ma solo una piccola delegazione, impossibile poi parlare ai diretti interessati (i professori) perché sono a casa e anche l'occupazione dell'Università alle 22 si spegne per il coprifuoco, proprio come il resto della città. Solo la presidente della commissione didattica, Franca Roncarolo, ha tentato un dialogo dal vivo con i manifestanti, ma le sue rassicurazioni non sono bastate a convincerli a lasciare il rettorato.
Il proctoring che fa paura
Ma esattamente quale sarebbe il problema? I ragazzi di Studenti Indipendenti in queste ore incarnano un malessere emerso dal questionario da loro preparato e rivolto a 5mila universitari, un disagio legato al software di proctoring che Unito vuole iniziare a usare e che, ironia della sorte, non è supportato neanche dagli stessi tablet comprati dall'Università per aiutare gli studenti più in difficoltà. Insomma, uno strumento che dovrebbe impedire di copiare rischia di causare un problema collaterale ancora più grave: rendere impossibile l'esame. Questo perché il programma richiede una velocità di connessione che molti studenti faticano ad avere.
La delusione di Marina Zanatta, rappresentante in senato accademico dei Si, è grande anche perché lo stesso rettore Stefano Geuna aveva rassicurato tutti promettendo che il proctoring non sarebbe stato usato e ora che le carte in tavola sono cambiate sembra non essere reperibile. Nonostante tutte le difficoltà, però i ragazzi non mollano e forti della loro missione continuano nella loro protesta, silenziosa quanto coriacea, finché l'Ateneo, si spera, cambi idea o quanto meno si apra al dialogo.