Medaglie d'onore a 14 discendenti di deportati
Non solo la tragedia degli ebrei durante la Seconda Guerra Mondiale: il dramma dei condannati ai lavori forzati nei campi di concentramento perché dissidenti o scioperanti.

Medaglie d'onore ai discendenti dei deportati per conservarne la memoria. Anche pubblica, oltre che familiare. Il prefetto Claudio Palomba, alla presenza della Sindaca di Torino Chiara Appendino, ha consegnato quattordici medaglie d'onore concesse con decreto del Presidente della Repubblica, alla memoria di altrettanti cittadini di Torino, militari e civili, deportati ed internati nei lager. Non solo gli ebrei come vittime della follia, ma anche dissidenti o scioperanti italiani che venivano condannati ai lavori forzati per l'economia di guerra nell'ultimo conflitto mondiale.
Una cerimonia rimandata per Covid
Le norme per il contenimento della pandemia non avevano reso possibile l’organizzazione di una cerimonia solenne con la partecipazione del pubblico e dei giornalisti, come gli anni passati. Ciononostante si è voluto egualmente rendere il giusto riconoscimento alla memoria degli insigniti, invitando in Prefettura per la consegna delle medaglie d’onore, i famigliari. Ecco l'elenco dei torinesi deportati ai cui famigliari sono state consegnate le medaglie: Bartolomeo Blangetti, Ignazio Bosco, Germano Gallo, Mario Gervasoni, Ezio Giachino, Valerio Bagarotti, Silvio Dughera, Giovanni Girardino, Luigi Losano, Lorenzo Marengo, Mario Vito Lupo, Alfredo Peluso, Francesco Propato, Alfonso Saturno. In questi incontri i familiari degli insigniti non hanno nascosto la loro grande emozione ed hanno condiviso con i presenti il racconto di toccanti testimonianze e documenti sulla storia dei loro congiunti, comprese alcune cartoline affettuosamente custodite provenienti dai luoghi di prigionia dei loro padri e nonni.
"Ricordiamo con emozione i vostri cari"
La sindaca Chiara Appendino, agli sgoccioli della sua esperienza amministrativa sulla poltrona più prestigiosa del Comune di Torino, ha dichiarato ufficialmente:
"Insieme a voi - ricordiamo con emozione i vostri cari e li ringraziamo insieme a tutti coloro che attraverso una scelta coraggiosa e difficile, una decisione che allora comportò solo sacrifici e sofferenze, hanno contribuito a donarci l’Italia in cui oggi viviamo, un Paese fatto di donne e di uomini liberi e con pari diritti e doveri".
Anche il prefetto Palomba ha diramato una dichiarazione:
"E’ un arricchimento per noi ascoltare i vostri ricordi, le vostre emozioni, perché fate rivivere quella tragedia che ha sconvolto la storia dell’umanità, in modo che dopo settantasei anni essa non resti semplicemente un ricordo, ma un mezzo per tramandare i grandi valori ai più giovani, per un impegno consapevole contro la violenza e la discriminazione in ogni sua forma".
Le medaglie d'onore per i deportati sono dunque un monito alla Storia: che queste cose non accadano più!