Troppe case popolari in periferia di Torino sono a dir poco fatiscenti.
In periferia di Torino ci sono troppe case fatiscenti, il piano di Atc: darle in affitto in cambio di lavori
Per contrastare questa situazione, Atc sta progettando di dare alcune case affitto in cambio di lavori grazie ad un nuovo piano. La Regione vuole affrontare l’annoso problema degli alloggi popolari sfitti attraverso un nuovo progetto che prevede di concedere temporaneamente le case Atc inutilizzabili a ministeri o altre istituzioni pubbliche, offrendo affitti calmierati ai loro dipendenti in trasferta. L’iniziativa punta a valorizzare quegli immobili attualmente non assegnabili, a causa della necessità di interventi di ristrutturazione, per i quali né le agenzie per la casa né i Comuni dispongono di fondi sufficienti.
Soltanto a Torino parliamo di ben 2mila appartamenti su 28mila di proprietà dell’Atc
La legge, che sarà discussa in Consiglio regionale, stabilisce che fino al 20% di questi alloggi (quota suscettibile di aumento) possa essere destinato a affitto agevolato, sebbene con un canone superiore alla media di 98,52 euro prevista per l’edilizia residenziale pubblica piemontese. Il testo normativo permette inoltre di stipulare accordi con altri enti pubblici, che in cambio si assumerebbero gli oneri dei lavori di manutenzione. A promuovere il provvedimento è l’assessore regionale alla Casa Maurizio Marrone, che nei mesi scorsi aveva già introdotto lo strumento dell’autorecupero per incrementare la disponibilità di appartamenti sfitti. «A sollecitare questa norma sono stati diversi comuni del centrosinistra del Torinese», ha precisato Marrone, ricordando che inizialmente la legge doveva passare in sede legislativa con approvazione bipartisan, ma alcune polemiche recenti hanno rallentato l’iter. Come spiega Maurizio Pedrini, presidente dell’Atc del Piemonte centrale, il disegno di legge non si limita a rendere utilizzabili gli immobili non assegnabili, ma mira anche a estendere l’accesso a una fascia di popolazione che normalmente non rientrerebbe nelle graduatorie comunali. Esempi concreti sono gli accordi con i ministeri dell’Istruzione, dell’Interno e dei Trasporti, per garantire abitazioni a canone sostenibile ai loro dipendenti in trasferta. I ricavi degli affitti saranno reinvestiti nella ristrutturazione di altri alloggi sfitti, creando così un circolo virtuoso a vantaggio di chi è in graduatoria per una casa popolare. Una soluzione che potrebbe garantire risultati E intanto, sempre sul fronte delle case popolari e dei problemi, legati questa volta alle occupazioni abusive, è stata completata negli ultimi giorni l’ennesima operazione di sgombero. L’intervento in Barriera di Milano, presso il complesso di case popolari di via Maddalene, gestito dall’Atc Torino Nord. Gli appartamenti, occupati abusivamente dal 2023, sono stati liberati e successivamente messi in sicurezza dai tecnici dell’Agenzia mediante cambio delle serrature e installazione di sistemi antifurto, per impedire nuove intrusioni non autorizzate. L’operazione rientra in un programma più ampio di recupero degli alloggi di edilizia sociale, volto a garantire il corretto utilizzo del patrimonio pubblico e a ripristinare la legalità nelle aree residenziali. Dall’inizio dell’anno, 80 appartamenti sono stati liberati da occupazioni abusive, tornando così nella disponibilità dell’Atc. L’intero piano coinvolge diversi corpi di polizia e mira non solo a contrastare gli abusi, ma anche a tutelare i cittadini che attendono di accedere a una casa popolare, assicurando che gli immobili pubblici siano gestiti in modo regolare e sicuro.