Consiglio regionale del Piemonte

Valorizzare il patrimonio di edilizia pubblica

Si è svolto un dibattito generale sul disegno di legge 107 che permetterebbe di dare modo agli enti proprietari – come comuni o Atc - di avere degli strumenti per recuperare gli alloggi oggi inutilizzati, che avrebbero bisogno di importanti interventi di manutenzione e per i quali mancano i fondi

Valorizzare il patrimonio di edilizia pubblica

Consiglio regionale del Piemonte: si è svolto nella commissione congiunta prima e seconda, presieduta da Roberto Ravello e Nadia Conticelli, il dibattito generale sul disegno di legge 107 “Ulteriori modifiche alla legge regionale 17 febbraio 2010, n. 3 (Norme in materia di edilizia sociale). Disposizioni per la valorizzazione del patrimonio”, già illustrato nelle precedenti sedute: come ha spiegato l’assessore Maurizio Marrone nelle repliche, l’intento del disegno di legge è quello di “dare modo agli enti proprietari – come comuni o Atc – di avere degli strumenti per recuperare gli alloggi oggi inutilizzati, che avrebbero bisogno di importanti interventi di manutenzione e per i quali mancano i fondi”.

“Questa finalità – ha proseguito – in parte la intercettiamo con l’autorecupero, in parte con i fondi regionali per gli alloggi di risulta. Si tratta di uno strumento importante perché ogni volta un ente avrà bisogno di alloggi per il proprio personale, potrà contribuire con le proprie risorse a rimettere a posto le case popolari piemontesi che poi diventeranno finalmente assegnabili”.

L’opposizione è intervenuta con ConticelliMonica CanalisGiovanna Pentenero (Pd) e Valentina Cera (Avs) che hanno sottolineato la “necessità di affrontare la carenza di case popolari e di investire in manutenzione ordinaria e straordinaria, dato che sono ben 5mila (su 52mila) gli alloggi non assegnabili. La vera priorità sarebbe quella di un piano casa vero e proprio. Bisogna evitare il rischio di sottrarre alloggi già assegnabili dal patrimonio di edilizia pubblica. Oltretutto, i benefici attesi dalla presa in gestione di questo ente terzo arriverebbero dopo minimo 5 anni, mentre togliamo dal totale degli alloggi assegnabili quelli che diamo all’ente terzo”. Altra preoccupazione è quella che il provvedimento non crei disparità tra le diverse aree del Piemonte.

Negli interventi è stato anche chiesto all’assessore di segnalare se ci fosse già un interesse per le possibilità date da questa legge da parte dei potenziali enti beneficiari. “Ci vuole anche la possibilità di accompagnamento delle persone che si trovano in un momento di enorme difficoltà. In realtà non si danno risposte adeguate sull’emergenza abitativa”, è stato detto.

Cera ha aggiunto: “Il provvedimento non centra l’obiettivo di diminuire le liste d’attesa per l’assegnazione degli alloggi. Non è accettabile ipotizzare un utilizzo del patrimonio di edilizia popolare in modo diverso dalla finalità sociale”.

Marrone ha obiettato che “Alla fine di questi progetti che dureranno 8-10 anni, il termine sarà definito in Aula di Consiglio regionale, gli alloggi resteranno di proprietà dell’ente pubblico e andranno, ristrutturati, in assegnazione a chi è in graduatoria”.

“È ovvio – ha poi specificato Marrone – che la casa popolare vera e propria è disponibile solo dopo qualche anno, ma nel frattempo viene utilizzata per categorie di lavoratori che ne hanno comunque bisogno, mentre oggi è inutilizzata e mancano i fondi per ristrutturarla. Ecco perché, al momento, senza diverse idee o nuove risorse economiche, si tratta di appartamenti inutilizzabili. Comunque la legge prevede un tetto massimo del 20%, per evitare che diventi lo strumento principale di assegnazione, ma resta una strada secondaria sebbene importante per chi ne ha bisogno. Si crea per gli Enti gestori una possibilità e non un obbligo”.

Sono stati nominati relatori Alessandra Binzoni (Fdi) Alice Ravinale (Avs), Vittoria Nallo (Sue) e Conticelli. In precedenza, si erano svolte le audizioni sul provvedimento, alle quali hanno partecipato i rappresentanti della Conferenza dei sindaci presso Atc Piemonte Centrale e presso l’Atc Piemonte Sud. C’era poi la Sicet Cisl Piemonte, il Sunia, l’Uniat Piemonte.

Tra le principali obiezioni mosse al testo, quella secondo cui non risolve nell’immediato la carenza di alloggi popolari da assegnare, mentre si dovrebbe puntare da subito ad aumentare la disponibilità delle case a favore delle famiglie in graduatoria. Si è anche espresso il dubbio che i funzionari dello stato o i rappresentanti delle forze dell’ordine che dovrebbero fruire di tali abitazioni, difficilmente accetterebbero la collocazione in quartieri e condomini difficili o degradati.

Alcune voci meno critiche hanno invece sottolineato che comunque potrebbe essere un passo avanti per la riqualificazione del patrimonio edile pubblico.