L'inaugurazione

Viaggio nella mente dei serial killer più efferati della storia: a Torino inaugura il Serial Killer Museum

Si entra in un museo e ci si ritrova sulla scena del crimine... paura? Forse un po', ma è di più la curiosità per la storia, la cronaca e la psicologia criminale raccontate dagli spettacolari allestimenti in mostra

Viaggio nella mente dei serial killer più efferati della storia: a Torino inaugura il Serial Killer Museum

Forte del grande successo ottenuto a Firenze, il Serial Killer Museum inaugura anche a Torino in via Arcivescovado 9 negli spazi della galleria Tirrena una location che meriterebbe già di suo una visita.

Ad aspettarvi c’è Ted Bundy, ma è solo l’inizio

Forse sconosciuta ai più giovani, la galleria Tirrena è un luogo che catapulta immediatamente il pubblico in un’atmosfera particolare, dal sapore anni Sessanta. Nell’atrio della galleria, dove il tempo sembra essersi fermato, l’allestimento parla chiaro già da subito: il via vai di lavoratori e residenti (la galleria oggi ospita per lo più uffici e alloggi) passa sotto lo sguardo tutt’altro che benevolo di Ted Bundy, appoggiato al suo Maggiolino con in mano delle calze di nylon e un’aria decisamente inquietante. Ma Bundy è solo l’antipasto.

Una volta entrati nello spazio adibito a museo si può fare la conoscenza con altri serial killer, quasi tutti arrivano dagli USA ma sono (tristemente) celebri in tutto il mondo: da Ed Gein, che ispirò in parte la creazione del personaggio di Hannibal Lecter, reso immortale da Anthony Hopkins ne Il silenzio degli innocenti; a John Wayne Gacy, passato alla cronaca come il “Killer Clown”; fino al colombiano Luis Alfredo Garavito. Tra i protagonisti dell’esposizione figurano anche Jeffrey Lionel Dahmer, noto come il “mostro di Milwaukee”, Richard Ramirez, il “Night Stalker”, Albert Fish e Charles Manson, simbolo della follia criminale degli anni Sessanta. Non mancano i casi di Aileen Wuornos, una delle poche serial killer donne, e di Leonarda Cianciulli, la cosiddetta “saponificatrice di Correggio”, fino ad arrivare alla contessa Erzsébet Báthory, la “contessa sanguinaria” ungherese.

Un podcast che prende vita davanti al pubblico

Il viaggio porta il pubblico direttamente sulla scena del crimine, per ogni serial killer c’è un allestimento curato nel più macabro dettaglio. Esattamente come il Ted Bundy che accoglie gli spettatori nell’atrio della galleria, tutti i killer sono stati riprodotti realizzando statue in cera come quelle del Madame Tussauds con un’accuratezza tale da fare impressione, le scenografie alle loro spalle sono altrettanto dettagliate, a rendere ancora più immersiva l’esperienza c’è la voce di Giancarlo De Angeli (in molti lo ricorderanno grazie alla trasmissione Lucignolo) speaker dell’audioguida che racconta fatti, crimini e profili psicologici dei protagonisti. Questo mix di strumenti rende l’esperienza finale paragonabile a quella di un podcast che prende vita davanti agli occhi del pubblico.

Il Serial Killer Museum rappresenta un’opportunità unica per chi vuole comprendere più a fondo la mente dei serial killer e la storia della criminologia, in un contesto globale che mostra la diffusione e la complessità del fenomeno. D’altra parte è evidente come esista e sia in espansione un fenomeno culturale globale che vede un’attenzione crescente verso serie televisive crime, podcast di successo e pubblicazioni dedicate alla criminologia e ai grandi casi di cronaca nera.

Da Firenze a Torino: storia di un successo

Inutile dire che in questo viaggio attraverso la cronaca nera globale gli Stati Uniti detengano un primato quasi incontestabile nella triste classifica dei serial killer, con oltre il 60% dei casi documentati, ma l’Italia è subito dietro gli Usa nella classifica mondiale con storie come quelle di Leonarda Cianciulli, Donato Bilancia e del Mostro di Firenze che continuano a suscitare interesse e dibattito.

A Torino, poi, non si può non nominare Cesare Lombroso, pioniere della criminologia moderna al quale il museo dedica un angolo. Le teorie di Lombroso, nate dall’idea del “criminale nato”, vengono raccontate con rigore e curiosità, offrendo uno sguardo storico che si intreccia con il racconto dei dieci casi selezionati. È un tributo alla sua ricerca, che ha posto le basi per lo studio sistematico del comportamento criminale, e alla città che lo ha visto operare.

Dietro a tutto questo ci sono Filippo Terzani, Gianpaolo Gazziero e Luca Pianesi di Expo Senza Frontiere, società che organizza la mostra.

L’idea originale nasce nel 2006 a Firenze e nello stesso anno viene portata anche a Città del Messico, da subito è un successo, ma gli organizzatori ci tengono a sottolinearlo: non è la spettacolarizzazione il fine ultimo della mostra, bensì proporre un viaggio istruttivo e affascinante grazie all’unione di storia, cronaca e psicologia.

L’inaugurazione per il pubblico è sabato 18 ottobre 2025.

Il museo è visitabile con audioguida inclusa nel prezzo del biglietto (15 euro, 13 euro per chi utilizza le proprie cuffie, 10 euro per gruppi di 10 persone, 8 euro Tessera Musei), per una durata media della visita di circa 45 minuti.

Per maggiori informazioni: www.museoserialkiller.com