cronaca

Il carcere di Torino ancora al centro delle cronache: una nuova violenta aggressione contro la polizia penitenziaria

La televisione non funziona, il detenuto non può aspettare un intero giorno per l'arrivo del tecnico e la rabbia in cella sale fino a culminare in un attacco violento

Il carcere di Torino ancora al centro delle cronache: una nuova violenta aggressione contro la polizia penitenziaria

Il ritardo per andare in infermeria, la richiesta di uscire dalla cella per passeggiare nei corridoi del penitenziario, la pretesa di aggiustare subito una televisione rotta, tutti fatti che hanno scatenato la violenza nel carcere delle Vallette di Torino.

Ennesima violenta aggressione

Sputi in faccia, intimidazioni e alla fine anche un violento pugno in faccia a un poliziotto. L’ultima aggressione è recente e a raccontarla è come sempre il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, che racconta l’ultimo fatto:

“Presso il Padiglione A, un ristretto stava segnalando ad un agente il malfunzionamento del proprio televisore. Il poliziotto gli comunicava che l’indomani provvedeva a risolvere la problematica sollevata”, informa Vicente Santilli, segretario del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria. “Durante tale discorso, un altro ristretto di nazionalità magrebina, senza un motivo apparente, ha sferrato un potente pugno alla nuca e all’occhio destro dell’agente facendogli perdere l’equilibrio. Il poliziotto è stato trasportato al primo nosocomio cittadino per le cure del caso”.

Netta la denuncia del SAPPE, che esprime vicinanza e solidarietà al collega:

“La delusione è profonda. Di fronte a episodi così gravi e frequenti non è più sufficiente esprimere dispiacere: servono misure urgenti e concrete”, evidenzia Donato Capece, segretario generale del SAPPE.

“A Torino si deve ristabilire il rispetto della legalità e delle regole del sistema penitenziario. Il personale è allo stremo, logorato da turni massacranti, carichi di lavoro insostenibili e da una burocrazia che continua a penalizzare gli operatori in uniforme”. Capece chiede che l’Amministrazione Penitenziaria “assicuri in tempi brevi l’assegnazione di un congruo numero di unità di Polizia Penitenziaria alla sede di Torino, per garantire la sicurezza e ristabilire condizioni di lavoro accettabili”.

I precedenti

Solo ieri, 8 ottobre 2025, raccontavamo di un detenuto egiziano che pretendeva di uscire dalla propria cella per fare una passeggiata nei corridoi, l’uomo nel vedere non accolta la sua richiesta se la prendeva con il poliziotto di turno sputandogli in faccia.
Un fatto analogo a quello di una settimana fa, quando la troppa attesa per una visita in infermeria faceva saltare i nervi ad un detenuto di nazionalità tunisina che ricopriva di insulti, sfociati poi in uno sputo, un agente penitenziario.

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