Consiglio regionale del Piemonte

Il Consiglio regionale ha approvato le linee guida per l’intramoenia dei medici

I direttori generali delle aziende sanitarie dovranno adottare o aggiornare i rispettivi regolamenti aziendali

Il Consiglio regionale ha approvato le linee guida per l’intramoenia dei medici

Il Consiglio regionale del Piemonte ha approvato a maggioranza le linee guida regionali in materia di libera professione intramuraria e lo schema di regolamento tipo per l’esercizio dell’attività intramoenia (ALPI).

Approvato anche il regolamento

I direttori generali delle aziende sanitarie dovranno adottare o aggiornare i rispettivi regolamenti aziendali, “pena il taglio del 70 per cento degli incentivi”, come ha specificato Luigi Icardi (Lega), proponente della delibera. I gruppi di opposizione non hanno partecipato al voto.

“A luglio il Consiglio aveva approvato la legge regionale per garantire modalità uniformi di esercizio sul territorio regionale – ha detto Icardi – . Il regolamento definisce le specifiche tecniche, fa chiarezza sui flussi economici e sui criteri di costruzione della tariffa e prevede solo pagamenti digitali tracciabili per le prestazioni. Azienda Zero si occuperà di fare le convenzioni con gli oltre 250 soggetti terzi pagatori per tutte le aziende sanitarie per uniformare il trattamento e garantire un livello di controllo dettagliato”.

Gli altri interventi

 Daniele Valle (Pd) ha dichiarato: “Il regolamento, su cui abbiamo lavorato a lungo, è positivo sul piano della trasparenza nei confronti dei cittadini, risponde all’esigenza di uniformità di esercizio dell’attività e tracciabilità dei dati e riporta al centro la relazione tra Regione ed enti assicuratori. Fa anche chiarezza sull’intramoenia allargata, specificando che l’attività può essere esercitata in spazi esterni solo se mancano all’interno dell’azienda e in attesa che vengano predisposti. Resta il fatto che è anomalo che un provvedimento così tecnico passi come delibera del Consiglio regionale e non come atto della Giunta, come normalmente avviene”.

Per Sarah Disabato (M5s) “il testo disciplina una materia che è anche di competenza statale, per cui è importante che il nostro regolamento rispetti la norma nazionale per evitare eventuali impugnative. Come gruppo avevamo presentato alcuni emendamenti per aumentare i controlli sull’intramoenia allargata, favorire l’abbattimento delle liste d’attesa e rafforzare il ruolo della sanità pubblica”.

“Le linee guida sono uno stimolo a coordinare le attività intramurarie che finora sono state gestite in modo caotico e disomogeneo – ha detto Mauro Salizzoni (Pd) -. Dobbiamo pensare al problema anche in termini produttivi, incentivando le professionalità migliori per trattenerle nelle strutture pubbliche e garantire una doverosa parità di accesso alle prestazioni. Comprendo il lavoro ingrato che Icardi ha compiuto, ma resta ancora molto da fare”.

Alice Ravinale (Avs) ha stigmatizzato “una serie di anomalie, come il fatto che la discussione sia avvenuta nell’assenza dell’assessore alla Sanità. Si tratta comunque di un documento corposo e ambizioso, che ha toccato gangli che finora hanno reso difficoltosa la gestione dell’intramoenia. Vedremo quanto potrà essere efficace, auspico che possa aiutare a fare chiarezza visto che in Città della Salute il tema è diventato una questione scottante a fronte di una cattiva gestione”.

Per Gianluca Godio (FdI): “Era necessario uniformare tariffe e modalità di pagamento. Esercitare l’attività intramoenia è un diritto del professionista, è giusto che sia svolta all’interno dell’azienda, ma se gli spazi non sono disponibili cerchiamo di sostenere anche l’intramoenia allargata, l’importante è che sia regolamentata”.