Case popolari, intervista al nuovo presidente Maurizio Pedrini
Sul sito di Telecity è disponibile l'intervista video

Da tempo vi raccontiamo dei problemi delle case popolari presenti nel territorio della provincia di Torino. Ad inizio anno Emilio Bolla presidente dell'ATC (Agenzia Territoriale per la Casa) ha lasciato la carica.
Il 16 gennaio scorso si è quindi insediato il nuovo Cda dell’Agenzia: Maurizio Pedrini è il nuovo presidente che prende il posto di Emilio Bolla; Fabio Tassone è stato confermato vicepresidente, Andrea Sacco è il nuovo consigliere di amministrazione.
Noi di Prima Torino - Telecity abbiamo intervistato il nuovo presidente.
Presidente, quali sono gli obiettivi del suo mandato?
"Uno dei primi obiettivi che questo Cda intende perseguire è quello di riaffermare la centralità dell’Agenzia come motore delle politiche a favore dell’abitare pubblico. Il nostro ente ha una missione sociale estremamente importante non sempre, forse, sufficientemente percepita in passato. Intendiamo quindi rendere la nostra azione più efficace, intensificando ad esempio la sinergia con le due società partecipate, rafforzando la collaborazione con i Comuni, potenziando la nostra presenza nei quartieri e al tempo stesso investendo nella digitalizzazione dei nostri servizi. Altro obiettivo strategico è la riduzione del numero di alloggi sfitti, per scongiurare le occupazioni abusive e mettere a disposizione dei Comuni il maggior numero possibile di case per le famiglie in lista d’attesa".
Come intendete risolvere il problema delle case occupate?
"Da un lato dando rinnovato impulso alla collaborazione tra istituzioni che, grazie al coordinamento della Prefettura di Torino, negli ultimi 6 mesi ha già permesso di recuperare una cinquantina di alloggi occupati abusivamente, rispristinando la legalità in diversi complessi di edilizia sociale a Torino (penso, ad esempio, a corso Agnelli/via De Bernardi a Mirafiori, dove è stato possibile recuperare 8 alloggi; al complesso di via Desana, in Barriera di Milano o quello di via Faa’ di Bruno, zona Vanchiglia, dove nel mese di marzo sono stati recuperati tutti gli alloggi occupati). Queste operazioni proseguiranno.
Dall’altro lato, dobbiamo, come anticipato in precedenza, ridurre il numero di alloggi sfitti, anche ricorrendo a soluzioni innovative come l’autorecupero (la possibilità per chi ha fatto domanda di casa popolare di vedersela assegnata svolgendo alcuni piccoli interventi manutentivi), di cui è stato avviato un bando a Torino e nuovi bandi apriranno nel mese di settembre sul territorio dei Comuni della Città metropolitana".
Molti edifici sono molto vecchi, energivori e andrebbero abbattuti. Pensa di aprire un tavolo di confronto con Regione e Governo per trovare fondi e avviare così concretamente un nuovo piano casa puntando, ad esempio, sul modello social housing abbandonando il modello ‘case popolari’ così come lo abbiamo conosciuto fino ad oggi?
"Il tavolo di confronto è già aperto: recentemente la Regione ha stanziato circa un milione di euro per la riqualificazione di alloggi al momento sfitti e, grazie a risorse Pnrr, nei mesi scorsi Atc ha aperto un bando per l’efficientamento energetico delle case popolari, con 144 edifici potenzialmente interessati. Le imprese del settore energetico hanno tempo fino al 2 settembre per partecipare, ci auguriamo naturalmente che ci siano molte manifestazioni d’interesse. Quest’iniziativa si propone di ridurre i consumi energetici degli edifici e, di conseguenza, le spese in bolletta per gli inquilini, valorizzando al tempo stesso il patrimonio immobiliare pubblico. Oltre a migliorare le condizioni degli edifici, però, intendiamo anche occuparci del benessere delle persone che abitano nelle case popolari, sostenendo ad esempio politiche di welfare abitativo in collaborazione con enti e associazioni del Terzo Settore".