Il caso

Piano anti-pusher in Barriera: “Espropriare le case ai delinquenti e darle all’Atc”

L’assessore regionale Marrone lancia un emendamento per togliere gli immobili degradati ai “ras delle soffitte” e assegnarli come case popolari. Il Pd attacca: “Speculazione sulla marginalità sociale”

Piano anti-pusher in Barriera: “Espropriare le case ai delinquenti e darle all’Atc”
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«Ora basta, bisogna espropriare le case in Barriera a chi delinque»: dopo i gravi fatti di cronaca parte il piano anti-pusher della Regione.

Torino, piano anti-pusher in Barriera

L'obiettivo è togliere gli alloggi ai ras delle soffitte per poi cederli all’Atc. A Torino si è aperto un acceso dibattito politico in seguito alla proposta dell’assessore regionale Maurizio Marrone, che ha annunciato un emendamento volto a sottrarre immobili in stato di grave degrado – spesso utilizzati da irregolari e criminali – per convertirli in alloggi popolari.

L’iniziativa nasce come risposta al crescente clima di insicurezza nei quartieri torinesi di Barriera di Milano e Aurora. L’obiettivo dichiarato da Marrone è quello di colpire i cosiddetti “ras delle soffitte”, ovvero coloro che, speculando su edifici in rovina, li affittano a immigrati senza permesso o persone in situazioni di forte disagio, trasformando interi stabili in focolai di spaccio e delinquenza. La nuova misura, se approvata dal Consiglio regionale, permetterebbe di requisire legalmente questi appartamenti e trasferirli all’Agenzia Territoriale per la Casa per essere assegnati a famiglie in lista d’attesa per un’abitazione pubblica.

L’emendamento si inserisce nel più ampio progetto di riorganizzazione delle agenzie per la casa e introduce una novità nella legge regionale sull’edilizia residenziale: la possibilità di avviare l’esproprio per “pubblica utilità” di immobili ritenuti non idonei a essere abitati, anche in funzione del contrasto all’emergenza abitativa e alla criminalità diffusa. In particolare, per stabilire se un’abitazione rientri nei criteri di degrado sarà utilizzata una griglia già adottata dal Comune, che valuta elementi come l’assenza di impianti elettrici o idrici, bagni condivisi, infissi rotti, pareti deteriorate e mancanza di riscaldamento, oltre allo stato degli spazi comuni, facciate e scale.

Le reazioni delll'opposizione

Ma la proposta ha subito scatenato forti reazioni nell’opposizione. Le consigliere del Partito Democratico, Monica Canalis e Nadia Conticelli, l’hanno definita una “manovra populista” e un modo per scaricare sulla marginalità sociale le inefficienze dell’amministrazione regionale in tema di edilizia e sicurezza.

A loro avviso, Barriera di Milano non ha bisogno di espropri, piuttosto di investimenti strutturali, educazione e opportunità: «L’annuncio sull’esproprio delle case dei pusher per assegnarle come alloggi popolari è una grossolana presa in giro – attaccano - È inaccettabile che la Regione speculi sulla pelle delle persone e sui territori più fragili. Questo è un modo per sfuggire alle responsabilità della Regione sulle politiche della casa, sulle politiche delle dipendenze e su quelle per la sicurezza. Barriera di Milano ha bisogno di sviluppo e riqualificazione. Sul territorio della Circoscrizione 6 troviamo più della metà delle case popolari della città di Torino, e questo richiede investimenti sulla fragilità sociale e opportunità educative».

Ma il dibattito continua e lo scontro in Regione sul tema continua ad essere acceso.

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