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Turin CTO & CHIP: eccellenze mondiali a confronto per il trattamento delle coronaropatie complesse

Il congresso ha visto riuniti oltre 590 specialisti da tutto il mondo: eseguito live intervento su caso complesso

Turin CTO & CHIP: eccellenze mondiali a confronto per il trattamento delle coronaropatie complesse
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Si è tenuta nei giorni scorsi, a Torino, la IV edizione del Turin CTO & CHIP, congresso internazionale organizzato dal Maria Pia Hospital, in collaborazione con l’Ospedale Maria Vittoria, al quale partecipano i massimi esperti mondiali della cardiologia interventistica.

Punto di riferimento internazionale

L’evento è considerato un punto di riferimento internazionale nell’ambito del trattamento della malattia coronarica complessa, tra le patologie cardiovascolari che costituiscono tutt’oggi la principale causa di morte al mondo, con circa 230.000 decessi ogni anno in Italia. In particolare il congresso si concentra sugli interventi in pazienti con occlusioni coronariche croniche (CTO) e sulle più innovative tecniche nella cura dei pazienti complessi ad alto rischio con indicazione clinica all’intervento coronarico (CHIP – Complex higher-risk and indicated patients), ritenuti spesso inoperabili con tecniche tradizionali.

Presenti 590 cardiologi

Quest’anno hanno preso parte ai lavori oltre 590 cardiologi interventisti, provenienti da 39 paesi da tutto il mondo (Albania, Algeria, Armenia, Belgio, Bulgaria, Canada, Croazia, Repubblica Ceca, Egitto, Estonia, Francia, Germania, Grecia, Ungheria, Italia, Giappone, Kazakistan, Kosovo, Lettonia, Libano, Macedonia, Messico, Moldavia, Monaco, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Romania, Arabia Saudita, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Tunisia, Turchia, Ucraina, Emirati Arabi Uniti, Gran Bretagna, USA, Uzbekistan).

Nella commissione scientifica spiccano i nomi dei più grandi esperti mondiali della cardiologia interventistica, quali Alexandre Avran da Valenciennes (FR), Emmanouil Brilakis da Minneapolis (USA), Gabriele L. Gasparini da Milano (IT), Paun Knaapen da Amsterdam (NL), Kambis Mashayekhi da Lahr (DE), Elliot Smith da Londra (UK), Masahisa Yamane da Saitama City (JP).

590 i cardiologi arrivati da tutto il mondo per il congresso tenutosi a Torino

Il Turin CTO & CHIP è il congresso internazionale sulla malattia coronarica più importante d’Italia e uno dei principali in Europa. La condivisione di conoscenze e competenze e il coinvolgimento di giovani specialisti sta permettendo la formazione di un numero sempre maggiore di professionisti in grado di prendere in carico pazienti complessi e ad alto rischio e gestirli nel modo corretto, assicurando così una prognosi e una qualità di vita migliori.

Ha dichiarato il dott. Roberto Garbo, direttore del programma CTO e Angioplastiche coronariche complesse presso Maria Pia Hospital di Torino, Ospedale di Alta Specialità di GVM Care & Research accreditato con il SSN, e direttore del Turin CTO & CHIP insieme al dott. Andrea Gagnor, responsabile del Laboratorio di Emodinamica dell’Ospedale Maria Vittoria dell’ASL Città di Torino.

La malattia coronarica è la prima causa di mortalità nel mondo occidentale e in Italia si eseguono oltre 150mila interventi ogni anno. Il trattamento delle occlusioni coronariche croniche e le Angioplastiche complesse in generale richiedono grande competenza e conoscenza dei materiali da utilizzare, oltre che l’uso di tecniche avanzate: il successo del Turin CTO & CHIP, testimoniato dalla grandissima  partecipazione italiana ed internazionale, ci spinge a continuare con entusiasmo in questa direzione, perché la formazione delle nuove generazioni di cardiologi interventisti è determinante per poter curare al meglio i nostri pazienti in futuro”

Incontri e interventi live

La IV ed. del Turin CTO & CHIP è stata inaugurata mercoledì 7 maggio dalla giornata “Next Gen” che ha previsto incontri dedicati ai giovani professionisti della cardiologia interventistica, 3 ore di attività “hand-on” con le aziende per prove pratiche con i nuovi materiali, prodotti e tecniche sui simulatori per angioplastiche complesse e CTO, con l’obiettivo di dimostrare che un attento tutoraggio consente un migliore apprendimento dell’autonomia nei giovani anche su interventi complessi.

Nei giorni successivi, 8 e 9 maggio, il programma ha visto 13 casi live, interventi eseguiti dai migliori operatori al mondo con collegamenti dalle sale operatorie di Maria Pia Hospital (3 operazioni), Ospedale Maria Vittoria (4) e da Bergen in Norvegia, Basilea in Svizzera, Londra in Gran Bretagna, Sharjah negli Emirati Arabi Uniti, Dallas (Texas) e Gainesville (Georgia) negli Stati Uniti.

Un caso particolarmente difficile

Tra questi vi è stato un caso particolarmente difficile. Un paziente di 78 anni, affetto da angina severa (con sintomi quali mancanza di respiro e dolore toracico intenso e prolungato) anche per sforzi minimi, è stato sottoposto ad una complessa procedura di riapertura coronarica al Maria Pia Hospital, uno dei pochi centri in Italia dotati di tecnologia Laser ultravioletti ad eccimeri (ELCA) per il trattamento delle occlusioni croniche delle coronarie. Il paziente presentava una condizione cardiovascolare estremamente critica, con due occlusioni croniche su coronarie diverse. La prima, sulla coronaria circonflessa, era già stata trattata anni prima con l’impianto di stent, che nel tempo si erano nuovamente occlusi. Il secondo vaso, la coronaria destra, risultava occluso da anni e un precedente tentativo di riapertura era fallito. Anche ulteriori tentativi eseguiti in altri centri su entrambe le coronarie si erano rivelati infruttuosi.

Al Maria Pia Hospital, l’équipe specialistica è intervenuta con una procedura chiamata aterectomia laser, mediante la quale è stato possibile “vaporizzare” i depositi calcifici presenti all’interno degli stent chiusi nella circonflessa. Grazie a una sonda laser da 0,9 mm, l’équipe guidata dal dott. Garbo ha rimosso il tessuto ostruttivo e ripristinato l’espansione degli stent collassati. Successivamente, si è fatto ricorso a palloni medicati a rilascio rapido di farmaco antiproliferativo, che consentono di mantenere il vaso libero senza l’utilizzo di nuovi stent, in linea con le più recenti linee guida cliniche che spingono verso soluzioni meno invasive e più durature. Parallelamente, la coronaria destra è stata riaperta con successo attraverso un approccio retrogrado estremamente complesso, passando dalla coronaria sinistra, utilizzando materiali altamente innovativi e superando le ostinate calcificazioni che avevano reso vano il precedente tentativo con metodica tradizionale.

Questa procedura rappresenta un importante traguardo nella cardiologia interventistica italiana, dimostrando come l’integrazione tra competenze avanzate e tecnologie di ultima generazione possa offrire una seconda possibilità anche ai casi più complessi e considerati fino ad oggi non trattabili.