E' braccio di ferro tra l'assessore Riboldi e le sigle sindacali per la sospensione della libera professione intramoenia
Secondo i sindacati e i dirigenti sanitari la sospensione allungherebbe ancora le liste d’attesa colpendo ingiustamente chi già lavora oltre l’orario, spesso senza retribuzione per gli straordinari

E' braccio di ferro tra le le sigle sindacali piemontesi dei medici e dirigenti sanitari e l’assessore alla Sanità Federico Riboldi sul tema della gestione delle liste d’attesa e sulla libera professione intramoenia che l'assessore vorrebbe sospendere.
"Sospendere l'intramoenia è una punizione per la categoria"
Secondo i sindacati e i dirigenti sanitari la sospensione allungherebbe ancora le liste d’attesa colpendo ingiustamente chi già lavora oltre l’orario, spesso senza retribuzione per gli straordinari.
Così i sindacati Aaroi Emac, Anaao Assomed, Cimo-Fesmed, Fassid, FpCgil e Fvm in un comunicato stampa:
"I medici sono assolutamente consapevoli delle necessità di abbattere le liste d’attesa per garantire le migliori cure ai cittadini, soprattutto verso i più fragili. Abbiamo da tempo avanzato proposte alla Regione che sono rimaste purtroppo inascoltate. Al contrario assistiamo a continue minacce di sospensione dell’attività privata, per altro svolta da una minoranza di medici, se non si aderisce alle prestazioni aggiuntive, che quindi non sarebbero affatto volontarie.
Sospendendo l’attività intramoenia, le liste d’attesa aumenteranno. Questa sarà l’unica conseguenza, oltre a punire i medici in modo aggressivo, ingiusto e dimenticando tutti gli sforzi profusi in questi anni. L’intramoenia è normata e consentita da una legge che i medici si limitano a rispettare. Tutte le sigle sindacali lanciano all’unisono un unico messaggio destinato all’assessore Riboldi: “noi non accettiamo questi atti ricattatori da parte dell’assessorato regionale e siamo a pronti a difendere i nostri diritti nelle sedi legali opportune."
I sindacai ricordano, inoltre, che la pratica (che prevede l'erogazione di prestazioni al di fuori del normale orario di lavoro dai medici ospedalieri, che utilizzano le strutture ambulatoriali e diagnostiche dell'ospedale stesso a fronte del pagamento di una tariffa) non solo è regolata dalla legge, ma rappresenterebbe anche un modo di finanziare gli ospedali (l'onorario medico è infatti gravato da numerosi contributi).
Misura dettata dall'estrema ratio
Dall'altra parte l’assessore alla Sanità Federico Riboldi replica ai rappresentanti delle sigle sindacali dei medici dirigenti che hanno lamentato la delegittimazione della figura medica accusandolo di “arroganza” con queste parole:
"Innanzitutto, quella che i sindacati dei medici scambiano per arroganza è una fortissima volontà di abbattere le liste d’attesa, che i cittadini chiedono a gran voce in ogni angolo della Regione ed è un grido di dolore che chi amministra non può ignorare. Grido di dolore che viene da quella parte di persone (compresa tra l’8 e il 12%) che hanno dovuto rinunciare alle cure, i soggetti più fragili della nostra società che non possiamo pensare di abbandonare a loro stessi. Sul tema dell’intramoenia si cita una parte della legge (il DL 73/2024 convertito nella legge 104/2024) che ne consente l’operatività, ma si dimentica l’altra parte della normativa che dice chiaramente che in caso di liste d’attesa inaccettabili questa può essere sospesa. Quindi parlare di arroganza quando si applica la legge è fuorviante e fuori luogo.
Tuttavia, come ho avuto modo di dichiarare in un’intervista recente, e ribadisco ora, si tratta dell’estrema ratio e di una soluzione che sarà attuata solo dopo che saranno state messe in campo tutte le altre misure che partono dall’esercizio volontario dei turni in orari festivi e serali, per i quali le Aziende sanitarie hanno già raccolto la disponibilità del personale.
A riprova del fatto che non delegittimo la categoria dei medici, ricordo che ho affermato pubblicamente, in controtendenza rispetto a molti altri, che nel caso dell’inchiesta giudiziaria sulla gestione dell’intramoenia in Città della Salute si tratta di una minoranza davvero molto esigua di professionisti."