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Cantiere Tav, lo strano caso del terreno con 1080 proprietari: esproprio finito

2.000 metri quadrati acquistati nel 2012 in modo collettivo dagli oppositori alla nuova linea dell’Alta velocità Torino-Lione

Cantiere Tav, lo strano caso del terreno con 1080 proprietari: esproprio finito
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I primi erano stati convocati a ottobre dopo aver ricevuto un decreto di esproprio nel gennaio 2023, così come prevede la normativa, con un indennizzo economico. A giugno erano state inviate le raccomandate.

Le prime convocazioni a ottobre

Sono 1.080 i proprietari del lotto di terra a San Giuliano (frazione di Susa) che hanno ricevuto quella raccomandata.

Da ottobre del 2024 si sono susseguite le convocazioni con i proprietari chiamati a recarsi sulla propria particella insieme ai tecnici Telt e formalizzare la procedura.

L’area espropriata è ritenuta fondamentale per la logistica dei cantieri e fa parte delle aree per la costruzione della futura stazione di Susa.

Ma c'è chi dice no. E' il caso di Nicoletta Dosio, una dei 1080 proprietari del lotto a San Giuliano.

Alle telecamere del Tgr Piemonte fa sapere:

Non firmerò niente naturalmente, come già non ho firmato il mio esproprio: non ho neanche accettato di presentarmi, anzi avevo bruciato la convocazione sperando che fosse un buon segno, che tutto questo lavoro potesse essere cancellato.

I No Tav da sempre sostengono che il terreno non è necessario per l'opera, e sono due i gruppi di proprietari che hanno presentato in merito due denunce in Procura. E mentre si organizza un nuovo presidio, Telt, che ha confermato la legittimità delle procedure, ha anche dichiarato concluso con l'8 gennaio 2025 l'esproprio del terreno.

Caso unico in Italia

Gli espropri di Telt, i primi della piana di Susa, sono un caso unico in Italia: 1.080 persone sono proprietarie di un’unica particella di 2.000 metri quadrati acquistati nel 2012 in modo collettivo dagli oppositori alla nuova linea dell’Alta velocità Torino-Lione. Con l'obiettivo di cercare di rallentare la procedura.

 

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