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Chiusura di 5 uffici postali a Torino: il Comune non ci sta e ricorre al Tar

Intanto sabato è l'ultimo giorno di servizio e i torinesi sembrano non aver ancora digerito questa novità

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C'è un briciolo di speranza per i 5 uffici postali di Torino condannati alla chiusura.

 

Il sindaco Lo Russo, da quando Poste Italiane ha annunciato la decisione di fare a meno degli sportelli fisici per andare incontro al progresso e alla digitalizzazione dei servizi (come se tutta la popolazione fosse in grado di usare con disinvoltura app e pc), si è subito opposto ad una scelta che penalizza una grossa fetta di popolazione e ora ha annunciato di far un ricorso al tar per stoppare la decisione dell'azienda

I cinque uffici che chiuderanno

Ad essere maggiormente colpita dalla chiusura delle Poste è la zona Torino est e nord, con tre chiusure di uffici postali tra Madonna del Pilone, Cavoretto e Barriera di Milano.
Le poste prossime alla chiusura sono in via Nizza 88, via Francesco Guicciardini 28; via Verres 1/A; corso Casale 196 e via alla Parrocchia 3/A.

Lo Russo contro Poste Italiane

La chiusura delle Poste rischia ovviamente di penalizzare gli anziani e le persone con difficoltà motorie e chiunque non abbia accesso ai servizi digitali.

Proprio di fronte a questa eventualità, il sindaco di Torino aveva scritto una lettera al responsabile dell'area nord ovest Giovanni Accusani in cui sottolineava l'importanza degli uffici postali come presidi territoriali.

Di rimando Poste Italiane aveva  sottolineato la volontà di incrementare alcuni servizi negli uffici postali sopravvissuti come le "sale consulenza e i Punto Poste Casa e Famiglia", oltre allo sviluppo di "Punto Poste Business, il servizio di rilascio passaporti ed il recapito esteso al fine settimana".

L'ultima mossa del sindaco

Una risposta che lasciava ben poco margine alla contrattazione o ad un ripensamento. La partita anche oggi sembra effettivamente chiusa. Ma il sindaco non demorde e in extremis fa un ricorso al tar per stoppare la decisione dell'azienda:

“Una decisione basata solo su criteri economici - dichiara Lorusso - Poste ha l'obbligo di garantire l'universalità del servizio. Non è solo il denaro che regola questa dinamica”.

Lo sconforto dei cittadini

Intanto sabato è l'ultimo giorno di servizio e i torinesi sembrano non aver ancora digerito questa novità, come raccontato ai nostri microfoni un paio di giorni fa al nostro inviato Ottavio Currà:

"E' una vergogna. La posta di via Sacchi a Torino serve una zona amplissima e mi fa molto comoda averla. Le raccomandate fisiche non le posso fare online, quindi è fondamentale. Le poste sono una grande ed importante istituzione da preservare".

"Se li chiudono è perché hanno un motivo valido, magari per la carenza di personale. Di certo posso dire che è comodo per pagare le bollette".

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