luserna san giovanni

A casa e in cantina 120 kg di pericolosissimo materiale pirotecnico

Tra il materiale sottoposto a sequestro anche alcuni razzi comprati illegalmente online (avrebbero dovuto essere acquistati i negozi autorizzati e da persona con porto d'armi)

A casa e in cantina 120 kg di pericolosissimo materiale pirotecnico
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Indagini svolte dalla Divisione Polizia Amministrativa e Sociale della Questura hanno portato a individuare materiale pirotecnico illegale.

Pacchi sospetti in un condominio di Luserna San Giovanni

A destare particolare sospetto nei poliziotti sono stati dei grossi pacchi, completamente avvolti in un nylon nero, recapitati da un ignaro corriere e lasciati nell’atrio di un condominio a Luserna San Giovanni.

I pacchi riportavano il nome di un condomino, residente nello stabile, che risultava lavorare come cuoco in un istituto penitenziario della provincia.

Al rientro del destinatario dei pacchi a casa, i poliziotti trovavano artifizi pirotecnici talmente pericolosi da spingerli a svolgere un’accurata perquisizione rinvenendo in casa e in cantina oltre 120 kg di materiale esplodente.

Sequestrati diversi ordigni pericolosissimi

Tra il materiale pirotecnico presente vi erano 6 bombe sferiche e due catene "napoletane", ordigni particolarmente pericolosi non solo per il quantitativo di polvere pirica utilizzata e per esser stati prodotti in luoghi non autorizzati e certificati, ma anche perché in grado di produrre quella che si chiama "esplosione per simpatia" che si verifica quando l’esplosione di un singolo ordigno innesca istantaneamente tutti gli altri ordigni vicini procurando un’esplosione di massa.

Il materiale sequestrato

Tra il materiale sottoposto a sequestro anche alcuni razzi, acquistati online dall’uomo, ma che per la loro potenza esplosiva potevano essere comperati solo da persone munite di porto d’armi in negozi autorizzati e muniti di licenza prefettizia.

Ordigni particolarmente pericolosi comprati online illegalmente

Le condotte penalmente rilevanti sono attualmente al vaglio della Procura della Repubblica di Torino.

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