Prosciolto dalle accuse di corruzione, Stefano Esposito (Pd): "Sette anni da incubo per me e la mia famiglia"
"Questa indagine ha segnato in modo profondo e irreparabile la mia vita e quella della mia famiglia"
I giudici del Tribunale di Roma hanno sottolineato i dubbi sulla fondatezza dei capi di imputazione, così dopo sette anni il procedimento avviato dalla procura di Torino nei confronti dell'ex senatore moncalierese Stefano Esposito (Pd) è stato archiviato.
Archiviata l'inchiesta, resta la sofferenza psicologica
L'intera vicenda ha avuto un prezzo altissimo da pagare come dichiarato dallo stesso Esposito:
"Sono trascorsi 2589 giorni da quando, casualmente, ho appreso di essere indagato per reati gravissimi e infamanti: corruzione, turbativa d'asta e traffico di influenze illecite. Oggi, finalmente, i magistrati di Roma hanno emesso il decreto di archiviazione che pone fine ad una vicenda giudiziaria a dir poco assurda. Questa indagine ha segnato in modo profondo e irreparabile la mia vita e quella della mia famiglia. Gli ultimi sette anni sono stati un incubo che lascia cicatrici indelebili, nonostante l'attuale epilogo che chiude formalmente questa triste pagina della giustizia italiana".
Questa archiviazione segna la fine di una sofferenza non raccontabile, ma non cancella le sofferenze e le conseguenze a lungo termine. Per sette anni sono stato vittima di accuse infamanti e di gravi violazioni dei miei diritti. Non considero questa una vittoria. Le cicatrici che porto, così come quelle inflitte alla mia famiglia, non potranno mai essere cancellate da niente e da nessuno. La giustizia ha ristabilito la verità, ma il prezzo che ho pagato è stato altissimo. Cercherò di continuare a parlar di questa vicenda affinché simili ingiustizie non si ripetano, con la consapevolezza che, nel nostro Paese, non tutte le vittime di ingiustizia hanno la possibilità di difendersi per così tanti anni e di poter raccontare la propria storia".
I fatti
I reati ipotizzati a carico dell'esponente del PD erano di corruzione, turbativa d’asta e traffico di influenze legati a presunti scambi di favori con l'amico imprenditore Giulio Muttoni, ex patron della società promotrice di spettacoli musicali Set Up Live, che nel 2015 fu raggiunta da un'interdittiva antimafia spiccata dalla prefettura di Milano.