Lo sciatore Paolo De Chiesa sulla morte di Matilde Lorenzi: "Omissioni e mezze verità, ecco cosa non quadra in questo caso"
L'ex sciatore e commentatore affida ad un video su Ig la sua teoria sul tragico incidente avvenuto in pista lo scorso 30 ottobre
Paolo De Chiesa, ex sciatore alpino italiano specialista dello slalom speciale (classe 1956) e commentatore Rai, ha da poco pubblicato un video sul suo profilo Ig in cui solleva più di una perplessità riguardo la morte della giovane sciatrice Matilde Lorenzi il 29 ottobre scorso, a seguito delle gravissime lesioni riportate nella caduta durante un allenamento in Val Senales in Alto Adige.
Sul caso Matilde Lorenzi silenzi e mezze verità
Dal suo profilo lo sciatore lancia accuse precise:
"Converrete che questa tragedia, questo caso sia stato liquidato in quattro e quattr'otto, con una fretta e una impazienza che definire sospette è riduttivo, oltretutto sotto una cortina che definirei omertosa di silenzi e mezze verità inquietanti"
De Chiesa da subito aveva espresso perplessità circa la dinamica emersa:
"Il gestore degli impianti mentre Matilde respirava ancora, si è precipitato a respingere qualsiasi responsabilità a riguardo che in quel punto dove è uscita non doveva esserci nessuna rete salvo constatare che sulla pista Leo Gurschler dove si allenano gli atleti di Coppa del mondo ci sono reti B in doppia fila da una parte e dall'altra che è scientificamente provato siano in grado di attutire l'impatto di chi ci piombi dentro a 50-60 km orari, presumibilmente la velocità alla quale stava scendendo Matilde.
Da parte loro, gli allenatori e la commissione medica hanno sostenuto che Matilde si sia provocata queste gravissime lesioni cadendo di faccia sul ghiaccio. Io, a questo riguardo, nutro qualche dubbio, perché, se così fosse, lo sci sarebbe un cimitero a cielo aperto. Oltretutto non c'è un'autopsia che possa avvalorare o confutare questa ipotesi, questa tesi.
Io credo, invece, che ci si possa fare così male quando si finisce contro un ostacolo, quando si subisce un impatto violentissimo, come quello che è successo a Matilde che è caduta in pista vicina al bordo pista dove c'è un muretto di neve come il cemento, accumulata dalla battitura del gatto, che fa da rampa di lancio per cui Matilde è stata sbalzata fuori pista con un dislivello di almeno due-tre metri fuori pista per uno schianto terrificante. Perché gli allenatori tracciano così vicino a un bordo pista così pericoloso? Perché sono obbligati dal sistema della logica commerciale degli impianti che porta il più alto numero possibile di sciatori in pista ad allenarsi."
L'ex campione dello sci alpino ha concluso dicendo:
"questo caso secondo me ha molti lati oscuri, ci sono molto punti interrogativi".
La risposta del papà di Matilde
Matilde che domani avrebbe compiuto 20 anni non c'è più ed è questa la dura realtà con la quale deve convivere la sua famiglia. Ma il tema della sicurezza sugli sci è stato da subito centrale, tanto che i genitori della ragazza hanno da subito avviato un progetto per sensibilizzare l'opinione pubblica sull'argomento.
Per quanto riguarda l'analisi di De Chiesa, Adolfo ha sottolineato la competenza tecnica dello sciatore aggiungendo un commento amaro:
"nessuno ci restituirà Matilde."