30 anni dopo l'alluvione che sconvolse il Piemonte: quali sono i rischi idrogeologici oggi?
A fare il punto a Torino è il convegno organizzato dall'Ordine dei Geologi del Piemonte
La Città metropolitana di Torino ha ospitato oggi, lunedì 4 novembre 2024, nella sede di Corso Inghilterra 7, un convegno per parlare della storia delle alluvioni e dell’evoluzione della percezione del rischio idrogeologico dal 1994 ad oggi.
Di cosa si è parlato al convegno
Anche alla luce del recente drammatico caso di Valencia, è indubbio che sia necessario essere pronti ad affrontare eventi climatici estremi. Ma in Piemonte siamo in grado di gestirli?
A fare il punto a Torino è il convegno organizzato dall'Ordine dei Geologi del Piemonte, con il dipartimento di Scienze della Terra dell'Università, il Cnr-Irpi e Sigea.
Già lanciando l'evento nei giorni scorsi il presidente dell'Ordine, Ugo De la Pierre, aveva espresso
"preoccupazione per come continuano ad essere gestite concretamente le politiche territoriali nell'ambito dell'assetto idrogeologico"
Ugo De la Pierre, Presidente Ordine dei Geologi del Piemonte
Ricordando, invece, quei giorni di 30 anni fa, Fabio Luino del Cnr Irpi, ha osservato che
"ci colse impreparati e da questo punto di vista è stato fatto tantissimo, ma c'è ancora molto da fare".
L'alluvione del 1994
L’alluvione del 1994 colpisce duramente il Piemonte, e in particolare le province di Alessandria, Asti, Cuneo, Torino e Vercelli.
La violenta ondata di maltempo causa l’esondazione di numerosi fiumi, provocando 69 vittime, più di 2.000 feriti e gravi danni a territori e infrastrutture.
La cronaca incomincia con le piogge di venerdì 4 novembre che continua sabato 5 e domenica 6 con rovesci torrenziali. L'analisi dei dati pluviometrici rilevati dalle stazioni automatiche della rete regionale, indica una prima fase caratterizzata da forti precipitazioni nelle province meridionali del Piemonte, in particolare nell'Acquese (presso la stazione di Ponzone Bric Berton cadono circa 200 millimetri di pioggia in 24 ore).
Le precipitazioni si estendono poi ad Alessandrino, Astigiano, Cuneese e Vercellese. I bacini più colpiti sono quelli del Tanaro, della Bormida, del Belbo e del Po. Sabato si registrano tra 200 e 250 millimetri di pioggia nelle 24 ore.
Nella terza fase le forti piogge colpiscono la fascia prealpina tra la Val Pellice e la Valsesia. Le precipitazioni si intensificano nella serata di sabato, per attenuarsi al mattino del 6. I fiumi straripano e l’acqua scende a valle distruggendo tutto quello che incontra nel suo percorso.