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Ancora gravi le condizioni del piccolo giocatore di tennis, la famiglia: "Quella porta non doveva cadere"

Le indagini si stanno concentrando sulla verifica del rispetto di tutte le misure di sicurezza

Ancora gravi le condizioni del piccolo giocatore di tennis, la famiglia: "Quella porta non doveva cadere"
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Il bambino di 10 anni colpito dalla porta da calcetto, a Giaveno, a una settimana dall'incidente è ancora ricoverato nel reparto di rianimazione dell’ospedale infantile Regina Margherita di Torino.

I fatti

Secondo le ricostruzioni dei carabinieri, il piccolo si sarebbe allontanato dagli altri per poi appendersi per gioco alla traversa di una porta da calcetto durante la lezione di tennis. Al momento dell’incidente, secondo i rilievi, non erano presenti i dispositivi di sicurezza per garantirne l’ancoraggio al suolo. E infatti la porta cede e cade addosso al bambino colpendolo su naso e fronte. Da subito le sue condizioni appaiono gravi. Il piccolo ha infatti riportato un importante trauma cranico, al momento è intubato e la prognosi resta riservata.

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Cosa chiede la famiglia

Una sciocchezza, come quelle che fanno spesso i bambini a quell'età. Ma la porta non doveva cadere. E' il pensiero che tormenta la famiglia che in questi giorni continua ad andare avanti e indietro tra Torino e Giaveno.

Di chi sono le responsabilità penali del tragico incidente? Qualcuno dovrà rispondere per quella porta caduta al suolo con troppa facilità. Negligenze e omissioni sulle quali ora si indaga.

Intanto, Piero Molinatto, segretario dell’Asd Giaveno Tennis, ha già spiegato che le porte normalmente utilizzate per giocare a calcetto, nell'ora di tennis, vengono spostate a bordo campo, sono normalmente ancorate.

Le indagini si stanno concentrando sulla verifica del rispetto di tutte le misure di sicurezza. Da chiarire, come chiede il legale della famiglia, Enrico Maria Picco perché la porta non fosse assicurata al suolo durante un corso con nove bambini sul campo.

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