Radio Veronica One venduta a un'emittente veneta: giornalisti e speaker a rischio licenziamento
L’operazione prevede la vendita della frequenza 93.6, il marchio della radio rimane invece in possesso degli attuali proprietari
Dopo mezzo secolo, si spengono i microfoni di Radio Veronica One. Le frequenze dell'emittente di proprietà della famiglia di Giovanni Pinna, che la rilevò a inizio anni Novanta, sono state vendute alla veneta Radio Birikina.
Nata nel 1976
Radio Veronica One è nata nel 1976 ispirandosi alle radio pirata inglesi che, negli anni Sessanta, trasmettevano da navi nel mare del Nord. La radio torinese diventa presto un simbolo dell'era in cui fiorivano le radio libere. Tra le voci dei torinesi che si sono alternate ai microfoni ci sono anche quelle di Piero Chiambretti, Gigi D’Agostino e Gabry Ponte che con l'esperienza della radio hanno fatto parte della loro gavetta.
Piero Chiambretti
Gabry Ponte
Gigi d'Agostino
Marina Greco attuale speaker
Valentina Mansone, giornalista di radio Veronica One
Alessandro Colombo, giornalista di radio Veronica One
Incerto il futuro dei giornalisti e della speaker
La vendita dovrebbe essere perfezionata fra la fine del mese e l’inizio di dicembre. I giornalisti Alessandro Colombo e Valentina Mansone, e la speaker Marina Greco, hanno saputo un mese fa della trattativa e ora attendono il licenziamento da parte dell’editore e di conoscere il piano editoriale di Radio Birikina.
Se l’operazione prevede la vendita della frequenza 93.6, il marchio della radio rimarrebbe invece in possesso degli attuali proprietari in qualità di concessionari della pubblicità.
Il fenomeno delle radio libere in Italia
In Italia fino al 1974 la legge riservava allo Stato l'esercizio esclusivo della radiodiffusione, così nei primi anni Settanta, sull'esempio del Regno Unito, nascono le prime radio pirata.
Nel 1974 la Corte Costituzionale concede ai privati la possibilità di trasmettere via cavo in ambito locale. E' la prima storica sentenza contro il monopolio statale. La trasmissione via etere però rimaneva interdetta ai privati.
Nel 1976 arrivò la seconda, decisiva, sentenza della Corte Costituzionale (n. 202 del 28 luglio 1976) con cui viene liberalizzata la trasmissione via etere in ambito locale. Le radio libere hanno così copertura legale e iniziano a moltiplicarsi su tutto il territorio nazionale. Il fenomeno viene visto, inizialmente, come una moda temporanea, ma nel tempo molte emittenti dimostrano di poter competere qualitativamente con le emittenti pubbliche. In pochi anni l'emittenza radiofonica privata si impone come principale fucina di idee e di professionisti (disc jockey e tecnici) con capacità professionali sempre maggiori.