Torino

Coldiretti Torino: "Export agroalimentare torinese in crisi, acceleriamo la riapertura del traforo del Monte Bianco e del Frejus"

Proprio in queste settimane è in pieno svolgimento la raccolta e la spedizione della frutta torinese verso i mercati esteri

Coldiretti Torino: "Export agroalimentare torinese in crisi, acceleriamo la riapertura del traforo del Monte Bianco e del Frejus"
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La forte riduzione della capacità di transito delle merci tra Torino e la Francia, a causa della chiusura del traforo del Monte Bianco, fa sentire i suoi effetti sull'economia del Nord Ovest.

I lavori di manutenzione e la chiusura del traforo

Il 2 settembre 2024 sono iniziati i lavori di manutenzione al Traforo del Monte Bianco. Il progetto era stato pianificato per l'anno scorso, ma poi era stato rinviato a causa della frana sulla A43 nella valle della Maurienne, in Francia, avvenuta a fine agosto dell'anno scorso.

Per la realizzazione dei lavori il traforo è totalmente chiuso al traffico fino alle 17 di lunedì 16 dicembre 2024.

La notizia ha da subito gettato in allarme le aziende piemontesi essendo il traforo del Monte Bianco un nodo fondamentale per l’import-export, tanto più che l’apertura tanto attesa della seconda canna del Frejus, slitterà ai primi mesi del 2025.

Un problema quello della chiusura che sta avendo ricadute sul territorio tanto da spingere gli autotrasportatori a chiedere subito l'apertura della seconda canna del Frejus per permettere la messa in sicurezza del traffico merci.

L'allarme di Coldiretti Torino

Il sistema agroalimentare torinese esporta verso il Nord Europa attraverso i valichi ferroviari e autostradali delle Alpi Occidentali, prodotti che sono il cuore del Made in Italy: frutta, carni, farine, vini, prodotti lattiero caseari, prodotti da forno.

Coldiretti Torino ricorda che dai valichi delle Alpi Occidentali che ci mettono in collegamento con la Francia, l’Europa occidentale e il Nord Europa transitano 46,4 milioni di tonnellate di merci l’anno. Solo dal tunnel ferroviario del Frejus passano ogni anno 3,4 milioni di tonnellate di merci con una significativa percentuale di merci alimentari rappresentata soprattutto da cereali.

A soffrirne di più è il settore frutticolo. La maggior parte della frutta, soprattutto mele e pere, che si sta raccogliendo in queste settimane nel Pinerolese, è destinata ai mercati del Nord Europa. Proprio in queste settimane è in pieno svolgimento la raccolta e la spedizione della frutta torinese verso i mercati esteri.

Le aziende agricole e alimentari del nostro territorio esportano verso la Francia oltre 27 milioni 800mila tonnellate di prodotti dell’agricoltura e oltre 300 milioni e 900mila tonnellate di prodotti alimentari. Un export che vale l’8,7% della bilancia delle esportazioni del Torinese e che vede un trend in crescita rispetto al periodo pre-Covid rispettivamente del 48,6% e del 53,7%.

Le dichiarazioni di Bruno Mecca Cici

Osserva il presidente di Coldiretti Torino, Bruno Mecca Cici:

La riduzione della capacità di transito delle merci attraverso le Alpi allarma le aziende agricole che esportano verso il Nord Europa e le aziende agrituristiche che lavorano con i clienti francesi.

Per l’export agroalimentare torinese si profila anche il rischio che molti operatori della logistica ridimensionino la loro presenza al servizio degli hub torinesi. E con il crollo della logistica sarebbe anche il crollo dell’export agroalimentare. Diventa quindi fondamentale accelerare la riapertura dei collegamenti alpini e promuovere il trasporto delle merci su rotaia.

Continua il Presidente di Coldiretti Torino:

È fondamentale per il nostro sistema agroalimentare che le imprese possano fare affidamento una logistica sempre più moderna ed efficiente che privilegi il trasporto su rotaia per le destinazioni di lunga percorrenza, modalità che ha già dimostrato il grande valore trasportistico e ambientale con l’Autostrada ferroviaria alpina dall’interporto di Orbassano ad Aiton (Chambery) che in venti anni, utilizzando la linea storica del Frejus, ha effettuato oltre 820mila passaggi di tir caricati sui carri ferroviari facendo risparmiare oltre 156mila tonnellate di CO2, senza contare lo smog risparmiato alla valle di Susa che oggi vede raddoppiare il traffico di Tir.
Ricordiamo che la Linea Storica del Frejus avrebbe dovuto essere progressivamente saturata con lo spostamento delle merci dalla gomma alla rotaia. Era questo l’assunto che stava alla base della necessità di realizzare la Torino-Lione.

Bruno Mecca Cici, Presidente di Coldiretti Piemonte

 

 

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