Banche e territori, Uncem: "Cooperazione fondamentale. Credito cooperativo fa scuola. Le grandi se ne vanno? Peggiorano l'economia"
Studi recenti mostrano come la diversità bancaria, rappresentata dalla presenza di banche di credito cooperativo nei mercati bancari locali, abbia effetti positivi sulla stabilità economica
Continua la battaglia dell'Uncem (Unione nazionale comuni comunità enti montani) per mantenere i servizi sulle terre alte del Piemonte e nel resto d'Italia.
A rischio i servizi
Come vi abbiamo raccontato proprio qualche giorno fa, molti comuni rischiano di rimanere senza servizi essenziali come le infrastrutture digitali, banche e altri che sono fondamentali per vita quotidiana. Nei piccoli comuni è guerra contro il tempo per fermare questa emorragia che dura ormai da anni.
Uncem: "Cooperazione fondamentale sui territori"
"Non è vero che l'economia che peggiora sui territori montani, con lo spopolamento e la desertificazione commerciale e imprenditoriale, fa scappare le banche dai piccoli Comuni. Che chiudono. Le banche che se ne vanno sì, ma la crisi economica non è la causa, bensì conseguenza della loro dipartita. Uncem ha analizzato una serie di studi microeconomici internazionali su questo tema. Le grandi banche vanno via, le banche di credito cooperativo continuano a scoprire i territori. Il punto vero è un patto che tocchi tutte. Da impostare con ABI - come ha chiesto l'assessore regionale alla Montagna Marco Gallo, aprendo un percorso nazionale, da avviare in tutte le Regioni italiane - per generare nuove economie sui territori. Le banche devono esserne parte e non complicare, chiudendo, il quadro economico e sociale", conferma Marco Bussone, Presidente nazionale Uncem.
In sintesi, esiste una ricca letteratura empirica sul nesso tra banche locali (e in particolare banche cooperative) e sviluppo locale in Italia. La grande maggioranza degli studi econometrici sul tema trova una relazione significativamente positiva tra la presenza di banche locali e la crescita economica. In particolare, esistono vari studi che mettono in luce il nesso positivo, al livello provinciale, tra presenza di BCC e sviluppo locale.
Lo studio
L’unico studio che analizza l’impatto della presenza delle BCC al livello comunale è quello, recente, di Coccorese e Shaffer (2021), che mostra come, appunto, tale presenza abbia effetti positivi su reddito, occupazione e crescita economica.
Non solo: altri studi recenti mostrano come la diversità bancaria, rappresentata dalla presenza di banche di credito cooperativo nei mercati bancari locali, abbia effetti positivi sulla stabilità economica e la solidità finanziaria delle imprese, particolarmente in contesti di crisi finanziaria e favorisca la nascita di nuove imprese.
In generale, quindi, la riduzione della diversità bancaria che, nei casi estremi, significa la chiusura di tutti gli sportelli bancari in alcuni territori non può che generare effetti economici negativi non solo per i territori in questione ma, a catena, per l’economia italiana nel suo insieme.
"Dunque la nostra mobilitazione, quella dei Sindaci, non solo per ottenere un bancomat - evidenzia Bussone - è volta non a fermare il tempo o a bloccare chi vuole andarsene per effetto di mioipi piani industriali. Facciano come ritengano. Ma Uncem crede che l'economia rinnovata sui territori, una rigenerazione dei piccoli Comuni e delle comunità si faccia se tutti fanno la loro parte, banche comprese, senza sfilarsi dagli impegni, dal ruolo, dalle sinergie con tutti gli attori economici e sociali".