susa

Espropriati attivisti No Tav: in mille avevano acquistato insieme un terreno per rallentare il cantiere

Verranno espropriate 1080 persone proprietarie di un’unica particella di 2000 metri quadrati acquistati nel 2012 in modo collettivo: un caso unico in Italia

Espropriati attivisti No Tav: in mille avevano acquistato insieme un terreno per rallentare il cantiere
Pubblicato:

Ieri, 9 ottobre 2024, sono stati convocati i primi 156 dei 1.080 proprietari di un lotto di terra a San Giuliano (frazione di Susa) che hanno ricevuto un decreto di esproprio nel gennaio 2023, così come prevede la normativa, con un indennizzo economico. A giugno erano state inviate le raccomandate.

Da oggi si formalizzano gli espropri

Le convocazioni continuano anche oggi e andranno avanti per una settimana. I proprietari dovranno recarsi sulla propria particella insieme ai tecnici Telt e formalizzare l’esproprio redigendo il verbale che completa la procedura.

L’area espropriata servirà in un primo tempo per la logistica dei cantieri e fa parte delle aree per la costruzione della futura stazione di Susa.

I disagi in questo momento per la popolazione sono altissimi anche perché la statale 25 è stata chiusa dai tecnici per permettere l'operazione, la strada rimarrà chiusa fino al 16 ottobre 2024, costringendo tutti a piani B, per andare a lavorare e per portare i figli a scuola.

Caso unico in Italia

Gli espropri di Telt, i primi della piana di Susa, sono un caso unico in Italia: 1.080 persone sono proprietarie di un’unica particella di 2.000 metri quadrati acquistati nel 2012 in modo collettivo dagli oppositori alla nuova linea dell’Alta velocità Torino-Lione. Con l'obiettivo di cercare di rallentare la procedura.

Spazzati via i ricordi di una vita

Ma tra l’asfalto della statale 25 in val di Susa e i binari della linea Susa-Bardonecchia ci sono anche delle case. Nella frazione ne verranno demolite tre per fare spazio al cantiere dalla Tav.

E se queste persone perderanno i ricordi di una vita, altre dovranno convivere per anni circondati dai cantieri.

Lo sgombero del presidio

Alla vigilia dell'inizio delle convocazioni, nella notte del 7 ottobre 2024, il presidio No Tav presente in quella porzione di terreno, è stato sgomberato dalle forze dell’ordine, un intervento che ha previsto l'uso di gas lacrimogeni in risposta al lancio di bombe carta, sassi e razzi.

Il comitato Susa Mompantero commentando gli scontri di un paio di notti tramite comunicato stampa ha commentato così i fatti accaduti:

Quanto accaduto nella frazione di San Giuliano di Susa, con lo sgombero manu militari del presidio Sole e Baleno, è solo una "piccola" anticipazione di quanto potrebbe accadere con l'installazione del cantiere TAV nella Piana di Susa.
L'illecita presa di possesso di un piccolo (ma simbolico) fazzoletto di terra ha provocato la chiusura della SS 25 e una pesante militarizzazione della stessa.
Lungi dal voler provocare tutto questo, la lotta al TAV ha proprio come obiettivo quello di evitare situazioni simili che però avrebbero una durata almeno decennale.
Come Comitato No TAV Susa-Mompantero chiediamo l'immediata riapertura della Statale e il ritorno alla libera circolazione.
Commenti
Lascia il tuo pensiero

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Seguici sui nostri canali