Appuntamento da incubo: la ragazza conosciuta sui social in realtà era una trappola per estorcere denaro
I parenti della ragazza hanno minacciato la vittima con l'accusa di essere un pedofilo
Lui ha 45 anni, lei 19. Si conoscono su una piattaforma di incontri e decidono, dopo un paio di giorni passati a messaggiare, di incontrarsi in Piazza Castello a Torino.
L'appuntamento - trappola
L'appuntamento avviene di sera, la giovane chiede al 45enne di andare a bere insieme qualcosa in un locale di Corso San Maurizio.
Lui, che ha appena lasciato i suoi amici in un locale in centro città per andare all’incontro galante, accetta: così si incamminano verso i Giardini Reali. Poco dopo, la ragazza rallenta il passo e alle loro spalle giungono due uomini che bloccano il 45enne.
Sostengono di essere imparentati con la 19enne e di voler fargliela pagare per aver dato appuntamento ad una quindicenne, facendo dunque intendere che la ragazza conosciuta sui social sia minorenne.
Come si può risolvere la questione
La questione però, dicono, si può risolvere con il pagamento di 5mila euro, tramite bonifico istantaneo effettuato sul posto.
La vittima afferma di non poter effettuare l'operazione con il proprio telefonino, e i due allora provano in prima persona a fare l'accesso sul suo conto online. Non riuscendo nel tentativo, lo rapinano del portafoglio contenente i documenti di identità e 240 euro: non soddisfatti, gli dicono che vogliono ancora del denaro, altrimenti infangheranno il suo nome.
Il 45enne a questo punto propone di tornare nel locale dove ci sono ancora i suoi amici: qualcuno gli presterà il denaro. Per un tratto viene seguito da uno dei suoi assalitori, poi riesce a divincolarsi e a scappare raggiungendo il gruppo di amici.
La minaccia di passare per pedofilo
Nel corso della mezz’ora successiva, l’uomo riceve dei messaggi dai suoi rapinatori che gli dicono che, se non darà loro la consistente somma di denaro richiesta, pubblicheranno screenshot delle sue conversazioni con la ragazza su note piattaforme social, facendolo passare per un pedofilo.
A quel punto l’uomo cede e invia loro la posizione del posto in cui si trova, ma non viene lasciato da solo dai suoi amici. La mossa è inaspettata: i rapinatori si spaventano e fuggono gettando il portafoglio.
L'intervento della polizia
Proprio in quel momento, una volante della Polizia di Stato si accorge delle richieste di aiuto da parte del gruppo di amici. I poliziotti fermano uno dei due cittadini marocchini che stava scappando e individuano poco dopo anche il secondo, che nel frattempo si era nascosto dietro un’auto parcheggiata. Gli agenti recuperano anche il portafoglio vuoto, il denaro è addosso a uno dei due marocchini. Alla luce dei fatti, i due di 32 e 26 anni, sono stati arrestati.