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Il femminicidio a Torino e il braccialetto che non ha funzionato: la morte di Roua Nabi diventa un caso politico

Non solo il braccialetto elettronico dell'ex non ha funzionato, ma sembra che la vittima avesse disattivato anche lo smartwatch che le era stato consegnato dalla polizia come dispositivo di sicurezza

Il femminicidio a Torino e il braccialetto che non ha funzionato: la morte di Roua Nabi diventa un caso politico
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In una storia già di per sé tragica arrivano quei "se" e quei "forse" che pesano come macigni.

L'ex terrorizzava mamma e figli

La vicenda culminata ieri a Torino, in via Cigna 66, con un accoltellamento mortale di Roua Nabi giovane mamma tunisina di soli 34 anni, che lascia due bambini di 12 e 13 anni, in fondo è la trama di sempre con un marito violento e pericoloso che non accetta che la famiglia che avrebbe dovuto amare e proteggere si sia invece trincerata per non avere più a che fare con lui.

Ma Ben Alaya Abdelkader, operaio edile, 48 anni, connazionale di Roua non vuole sentirsi dire di no e si presenta quasi quotidianamente in via Cigna a terrorizzare mamma e figli.

Lo confermeranno anche i vicini di casa: le urla e il terrore per quella famiglia erano sistematici, nonostante i due si fossero lasciati da due anni, l'uomo non abitasse più con loro e fosse stato in passato denunciato e arrestato.

Tornato in liberà il 48enne indossava un braccialetto elettronico che avrebbe dovuto avvisare la questura di Torino del suo avvicinamento all'ex. Qualcosa però non ha funzionato e l'assassino ha agito senza trovare ostacoli colpendo Roua con un coltello da cucina dritto al polmone davanti ai figli.

Chi era Roua Nabi

Roua Nabi, casalinga, avrebbe compiuto 35 anni tra meno di un mese, dalla sua pagina Facebook non si riesce a carpire molto di lei se non la sua dedizione nei confronti dei figli, le sue foto la ritraggono infatti sempre in compagnia dei suoi bimbi, gli stessi che ieri hanno perso in poche ore la mamma e la loro infanzia provando a fare di tutto per salvarla e bloccando la fuga di quel padre assassino.

Roua Nabi con la sua bambina, foto Facebook

Il braccialetto che non funziona e lo smartwatch disattivato

Al pm Giuseppe Drammis il compito di indagare su quanto è successo in particolare le ragioni per cui il braccialetto elettronico non ha lanciato alcun segnale.

Dai primi accertamenti ancora da approfondire sembra che la donna avesse disattivato l’applicazione presente sull'orologio che portava al polso, un particolare smartwatch che viene consegnato dalla polizia alle donne vittime di violenza. Tuttavia anche se l'allarme non era partito dall'orologio della donna accoltellata, il braccialetto dell'ex marito doveva comunque essere geolocalizzato.

La vicenda è tutt'altro che chiara e solleva timori e dubbi su cui si interroga anche la politica. In particolare Luana Zanella, capogruppo di Avs alla Camera, ha chiesto al ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, di spiegare la circostanza e di riferire in generale sui problemi legati all'uso di questo dispositivo.

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