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"In cassa integrazione, ma con la Maserati": la beffa dei prezzi scontati ai dipendenti

Una mail è arrivata a tutti i dipendenti del gruppo, compresi gli operai su cui da mesi pende una spada di Damocle

"In cassa integrazione, ma con la Maserati": la beffa dei prezzi scontati ai dipendenti
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"Caro/a collega siamo lieti di annunciarti che dal mese di settembre avrai la possibilità di acquistare una nuova vettura Maserati a condizioni dedicate a te, ai tuoi familiari e ai nostri e ai tuoi amici. La nostra straordinaria gamma ti aspetta. Potrai scegliere tra i modelli Grecale, Granturismo, GranCabrio e configurarli come preferisci direttamente sul sito ad eccezione di personalizzazioni fuoriserie''

E' questo il testo della mail che hanno ricevuto gli operai in cassa integrazione di Stellantis. La comunicazione, che arriva in un momento di totale sfiducia nel gruppo ha suscitato, com'era facile immaginarsi, un'ondata di indignazione, anche dalla politica.

L'offerta che sa di presa in giro

L'offerta appare l'ennesima presa in giro: per i modelli indicati nella mail, infatti, si va (nei modelli base) da 86mila euro della Grecale, ai 182mila euro della Granturismo per finire con i 235 mila euro della Grancabrio. Insomma, anche con un bello sconto risulta difficile immaginarsi un operaio in cassa integrazione che non resiste a mettere la mano al portafoglio per comprarsi una delle auto elencate.

Stellantis, dal canto suo, dichiara un certo sconcerto e in pratica si difende affermando di aver esaudito un sogno, visto che:

"Sono stati gli stessi dipendenti a chiedere in più occasioni, anche in gruppi di lavoro, sconti speciali per amici o parenti che si erano rivolti a loro per una vettura".

Vero è che i lavoratori Stellantis hanno la possibilità di utilizzare le auto del Tridente in occasioni speciali, come i matrimoni. Lasciamo a chi legge la valutazione di quest'ultima "offerta" a chi da mesi non sa che fine farà barcamenandosi tra contratti di solidarietà e cassa integrazione.

I commenti dal mondo politico

Ma vediamo come ha reagito il mondo politico alla questione.

Scrive su Facebook la deputata e vicepresidente del M5S Chiara Appendino:

“Caro collega, siamo lieti di annunciarti che da settembre avrai la possibilità di acquistare una vettura Maserati a condizioni dedicate a te”.

Immaginate di essere un operaio Stellantis che da mesi cerca di portare avanti la famiglia barcamenandosi tra cassa integrazione e contratti di solidarietà da poco più di 1.100€ al mese e ricevere questa offerta per comprare macchine di lusso dalla propria azienda.

Immaginate di assistere da anni alla fuga dall'Italia di Stellantis, che è anche arrivata a proporre ad alcuni operai di trasferirsi in Polonia per mantenere il posto, e di sapere che l’amministratore delegato guadagna oltre 750 volte lo stipendio di un operaio.
Immaginate di vedere il governo opporsi con ogni forza all'introduzione del salario minimo legale, eliminare il reddito di cittadinanza e assistere inerme a 18 mesi di calo della produzione industriale.

Come potete continuare a credere nelle istituzioni che dovrebbero rappresentarvi?

Dobbiamo invertire presto la rotta o ci troveremo davanti a uno squarcio sociale ormai irreparabile. Proprio per questo ho proposto - alla costituente M5S e in una pdl che depositerò - di adottare la “regola Olivetti” per cui un top manager non possa guadagnare più di 10 volte quanto guadagna un suo dipendente. I salari minimi devono aumentare: si tratta di giustizia e di tenuta sociale.

Domani sera alla festa FIOM di Torino, alle 21 allo Sporting Dora, parleremo anche di questo."

 

 

Carlo Calenda, segretario di Azione tuona sui social:

"#Stellantis che offre #Maserati a prezzi speciali agli operai in cassa integrazione rappresenta non solo un insulto ma anche la dimostrazione che è un’azienda allo sbando e che Maserati versa in condizioni pietose. Ora basta. #Meloni deve convocare Elkann e Tavares a Palazzo Chigi."

Per Roberto Ravelli, vice-capogruppo di Fratelli d'Italia in Piemonte:

"Preoccupa il pressappochismo dell'azienda in questa fase delicata: da Stellantis si attendono investimenti, rilancio produttivo e rassicurazioni in ottica occupazionale, non certo mail dall'amaro sapore di beffa. Auspico che qualcuno si senta in dovere di scusarsi per l'accaduto"

Non si sofferma sul tema invece la Fiom che dichiara:

 "Le lavoratrici e i lavoratori di Stellantis vogliono tornare a progettare e costruire auto in Italia. In questa fase è bene non alimentare polemiche ma agire. Come Fiom insieme alle altre organizzazioni sindacali condividiamo l'urgenza di trovare reali soluzioni con l'azienda e il governo alla Presidenza del Consiglio".

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