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Il fiume Po invaso dall'Elodea Nutalli, si studia un riutilizzo virtuoso di questa pianta

Il suo arrivo nel fiume Po risale a due anni fa, favorita dalle condizioni climatiche presenti a Torino in primis la siccità e le temperature elevate

Il fiume Po invaso dall'Elodea Nutalli, si studia un riutilizzo virtuoso di questa pianta
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I torinesi si sono quasi abituati a vederla galleggiare sul Po: verde, a pelo dell'acqua. Di certo non un bello spettacolo anche perché la sua presenza ci ricorda che l'ecosistema del fiume che attraversa la nostra città e la rende particolarmente bella non sta bene.

Un danno per l'ecosistema

Quella che vediamo, ormai da settimane, non è un'alga qualsiasi, bensì una pianta esotica proveniente dal nord e sud America, l'Elodea Nutalli.

La specie aliena, ovvero non autoctona, è stata introdotta in Europa come pianta ornamentale per laghetti, stagni ed acquari. Il fenomeno in sé esiste da sempre, ma è l’incremento consistente di tale fenomeno negli ultimi 30 anni a destare forte preoccupazione. Anche perché grazie alla sua grande capacità di adattamento alle condizioni ambientali e alla sua rapida crescita e riproduzione l'Elodea nuttallii è in grado di sostituirsi alle piante autoctone minacciando l'habitat delle specie animali che abitano il fiume.

Il suo arrivo nel fiume Po risale a due anni fa, favorita dalle condizioni climatiche presenti a Torino in primis la siccità e le temperature elevate.

Il tavolo tecnico

Per monitorarla è stato attivato un tavolo tecnico con il Comune, l'Enea, l'Arpa, la Regione Piemonte, la Città Metropolitana, l'Università di Torino, il Parco del Po piemontese e Amiat.

L'obiettivo non è solo quello di eradicarla dalle acque del Po, ma anche - e questo grazie ad uno studio finanziato dal Pnrrr - l'applicazione in termini virtuosi e di economia circolare di questa pianta.

 

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