Una ciclabile dedicata ad Alexei Navalny, dove? In corso Unione Sovietica... il messaggio simbolico voluto da Torino Bellissima
"Scelta fatta in solidarietà con il popolo ucraino"
Una pista ciclabile che collega Torino e Nichelino dedicata ad Alexei Navalny, l'attivista russo e oppositore di Vladimir Putin morto in carcere il 16 febbraio 2024. La decisione ieri pomeriggio - martedì 9 luglio 2024 - durante la riunione della Commissione Toponomastica del Comune di Torino.
La proposta di Torino Bellissima
La pista ciclabile in questione collega piazzale Caio Mario e il Comune di Nichelino tramite corso Unione Sovietica. La proposta viene da Pietro Abbruzzese consigliere comunale di Torino Bellissima, prima però dell'ufficialità si deve attendere l'autorizzazione prefettizia per la deroga decennale dalla data della scomparsa dell’attivista.
Pietro Abruzzese commenta così la scelta di intitolare ad un oppositore di Putin proprio la ciclabile di Corso Unione Sovietica:
"E' una scelta fatta in solidarietà all'Ucraina"
Soddisfatto Simone Fissolo, capogruppo dei Moderati in Comune che dichiara:
"E' un gesto simbolico in onore di tutti quei cittadini dell’est Europa che non smettono di lottare per la libertà. Soprattutto oggi, quando una parte della politica europea strizza l’occhio ai vari regimi illiberali, intitolare a Navalny la pista ciclabile di Corso Unione Sovietica è un messaggio forte".
Chi è Alexei Naval'nyj
È stato fra i più noti oppositori del presidente della Russia, Vladimir Putin. Era a capo del partito Russia del Futuro e presidente della Coalizione Democratica (che unisce Russia del Futuro, Partito della Libertà Popolare e Scelta Civica), in precedenza co-presieduta con Boris Nemcov, morto assassinato il 27 febbraio 2015. È stato fondatore della Fondazione Anti-corruzione.
Di posizioni nazionaliste e liberali, in un talk show televisivo del 2012 auspicò un miglioramento dell'integrazione della Russia con l'Ucraina, pur riconoscendo che l'Ucraina trae maggiori benefici e migliori condizioni di vita dall'integrazione con l'Unione europea.
Nel 2017 Naval'nyj si era dichiarato favorevole alla legalizzazione dei matrimoni omosessuali nel Paese. Nell'agosto 2020 era sopravvissuto ad un tentativo di assassinio (tramite avvelenamento con l'agente nervino Novičok) per il quale, dopo conferme da analisi ospedaliere, le autorità tedesche accusano il governo russo.
Nel 2014 il tribunale Simonovskij di Mosca lo condannò a 3 anni e 6 mesi. La sentenza fu poi ritenuta di natura politica da parte della Corte europea dei diritti dell'uomo, alcune organizzazioni internazionali per i diritti umani, alcuni leader dei paesi occidentali, e numerosi media internazionali.
Quando la Russia iniziò a prepararsi per un'invasione su vasta scala dell'Ucraina, il 22 dicembre 2021, la squadra di Naval'nyj pubblicò un'indagine documentaria su Aleksandr Borodaj (il primo capo della Repubblica Popolare di Doneck), in cui fu lanciato un appello ai russi a non prendere parte nelle ostilità contro l’Ucraina.
L'anno successivo venne condannato dal tribunale di Lefortovo a Mosca a 9 anni di carcere da scontare in una colonia penale di regime severo. Il 4 agosto 2023 lo stesso tribunale condannò Naval'nyi a 19 anni a fronte dei precedenti 9.
A meno di un anno dall'ultima condanna, il 16 febbraio 2024 morì a 47 anni in carcere, ufficialmente per una "sindrome da morte improvvisa".