Torino

Processo per inquinamento a Torino: per il giudice "il fatto non sussiste"

Prosciolti dall'accusa quindi l’ex presidente della Regione Sergio Chiamparino, l’ex sindaca Chiara Appendino e il suo predecessore Piero Fassino

Processo per inquinamento a Torino: per il giudice "il fatto non sussiste"
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Dopo sette anni di indagini ieri, giovedì 4 luglio 2024, nel pomeriggio, il giudice dell’udienza preliminare del Tribunale di Torino ha deciso di prosciogliere sette amministratori locali di Torino, senza passare per il processo, dall’accusa di inquinamento ambientale colposo. Il fatto, per il giudice Roberto Ruscello, non sussiste.

Prosciolti dall'accusa di inquinamento ambientale

Prosciolti quindi l’ex presidente della Regione Sergio Chiamparino, l’ex sindaca Chiara Appendino e il suo predecessore Piero Fassino. E anche gli assessori che avevano la delega all’Ambiente: Alberto Unia, Stefania Giannuzzi, Enzo Lavolta e Alberto Valmaggia.

Il reato del quale dovevano rispondere era quello di inquinamento ambientale colposo con un'accusa molto grave, quella di aver cagionato "abusivamente una compromissione o un deterioramento significativo e misurabile dell’aria della Città di Torino" così come raccontano i rilevamenti dell’Arpa che ricostruiscono negli anni la mappa degli sforamenti di Pm10, centralina per centralina.

L'impianto accusatorio

L'impianto accusatorio basato su tre consulenze tecniche (epidemiologica, chimica e un’altra sull’efficacia dei provvedimenti amministrativi adottati e la loro effettiva attuazione) dimostrerebbe la presunta inerzia e l’inadeguatezza delle misure antinquinamento che avrebbe portato alla morte di 1.300 cittadini.

La difesa

Per i difensori degli imputati l'aria di Torino sarebbe invece migliorata negli anni. Difficile poi adottare misure più drastiche visto le poche risorse a disposizione, infine è stata sottolineato anche l'assenza di obbligo di intervento per gli amministratori sull'inquinamento.

Forte il disappunto del Presidente del Comitato Torino Respira Roberto Mezzalama, che nel 2015 depositò l’esposto che diede il via all’inchiesta:

Siamo in disaccordo con questa decisione, con la quale il giudice rischia di privare la Città, ma più in generale l’Italia, della possibilità di affrontare in un dibattito pubblico e libero da condizionamenti politici il complesso tema della lotta all’inquinamento atmosferico.

Roberto Mezzalama

Il commento di Andrea Russi, capogruppo del Movimento 5 Stelle

Andrea Russi, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Comune ha commentato così la decisione del giudice:

"E' crollato l'impianto accusatorio del processo Smog, quello nato in seguito a un esposto del comitato Torino Respira fondato da Roberto Mezzalama, esponente di Sinistra Ecologista candidatosi nel 2021 a sostegno di Lo Russo. La sentenza è di non luogo a procedere perché il fatto non sussiste. Si conclude così un lungo e costoso iter giudiziario. La mia vicinanza va a tutte le persone che hanno dovuto affrontarlo, per quanto si sia risolto nel modo più ragionevole. L'inquinamento atmosferico è una cosa seria e la politica deve continuare ad occuparsene quotidianamente, ma nei luoghi preposti. Certamente non nelle aule dei tribunali".

Andrea Russi
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