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"Stop alla ricerca per il genocidio": lo striscione di Extinction Rebellion su una gru dentro il Politecnico

"Disinvestire nell’industria bellica vuol dire avere veramente una ricerca libera"

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Armati di imbraghi e caschetto si sono arrampicati su una gru del cantiere che affaccia su corso Castelfidardo, a Torino, per appendere uno striscione lungo 15 metri: "Politecnico: stop research for genocide" affiancato dalla bandiera della Palestina.

L'appoggio agli studenti dell'occupazione

Antonio, studente del Politecnico e attivista di Extinction Rebellion spiega così l'ultima azione compiuta, questa mattina 5 luglio 2024, dal movimento in solidarietà con gli attivisti che hanno occupato il Poli:

"La mozione degli occupanti conteneva proposte circostanziate e supportate da dati. Come nel caso di rescissione degli accordi con aziende belliche, in cui veniva proposta un piano concreto attuativo di disinvestimento. Bocciando in toto la mozione, il Senato ha impedito che queste proposte venissero analizzate e discusse per punti negando ogni possibilità di reale dialogo".

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Cosa chiedevano gli studenti

Le richieste degli studenti ruotavano attorno a una dichiarazione di solidarietà alla società civile palestinese e ad un'assunzione di responsabilità dell’Ateneo rispetto alle conseguenze della propria ricerca, tramite la verifica che essa sia sempre dei principi della pace e della
giustizia sociale e climatica.

Aggiunge Irene, altra attivista di Extinction Rebellion:

"Disinvestire nell’industria bellica vuol dire avere veramente una ricerca libera e non costretta a sottostare a queste dinamiche per necessità economiche, avere un Politecnico non coinvolto nelle guerre, nei massacri, nei genocidi"

 

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