Torino

Il futuro dell'automotive a Torino dopo le elezioni europee: di cosa si è parlato all'assemblea pubblica di oggi

L'Arcivescovo di Torino, Roberto Repole, ai lavoratori di Mirafiori: "Nessun destino assoluto e ineluttabile"

Il futuro dell'automotive a Torino dopo le elezioni europee: di cosa si è parlato all'assemblea pubblica di oggi
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Oggi, 12 giugno 2024, a due mesi dalla manifestazione del 12 aprile 2024, sindacati e lavoratori Fiat si sono ritrovati davanti a Palazzo di Città a Torino per un'assemblea pubblica.

All'indomani delle elezioni europee sono diversi i temi che preoccupano, ad esempio quale sarà l'effetto del voto sul passaggio all'auto elettrica (che potrebbe slittare anche di 15 anni). Ma questo che effetto avrebbe sull'industria dell'auto che negli ultimi anni si è riprogrammata verso la produzione di modelli elettrici?  Il futuro è un'incognita e anche alla luce di un possibile slittamento al 2050 si teme che la produzione della 500 ibrida a Torino non sia abbastanza.

Spiega Edi Lazzi, segretario generale della Fiom torinese:

"L'assegnazione della produzione della 500 ibrida è un passo importante, ma per il rilancio di Mirafiori non è sufficiente . Chiediamo un modello in più, non una motorizzazione differente."

Un'azione comune tra Governo, istituzioni locali e Stellantis

Sottolinea Luigi Paone, segretario generale della Uilm torinese:

"Abbiamo ottenuto un risultato, ma non è sufficiente. L'iniziativa di oggi serve per chiedere un'azione comune tra Governo, istituzioni locali e Stellantis per garantire un futuro anche ai 65 mila lavoratori torinesi dell'indotto auto. Per quanto riguarda il tema della transizione ecologica dal risultato delle elezioni europee emerge un piccolo terremoto, in particolare in Francia e Germania. Vedremo se questo rappresenterà un'opportunità per rendere più sostenibile a livello occupazionale gli effetti della transizione ecologica che riguarda l'automotive. Nel prossimo futuro, sarà importante monitorare l'andamento del comparto e, per quanto riguarda Mirafiori, iniziare a ragionare sul ricambio generazionale che si renderà necessario."

L'Arcivescovo Repole dalla parte dei lavoratori

A dare forza agli operai e agli impiegati anche il messaggio dell'arcivescovo di Torino e Susa Roberto Repole:

"Torino sta certo facendo fatica, sta certo soffrendo la crisi economica e sociale, ma può tornare a crescere. Può farlo e lo farà, perché tante altre città europee ci sono riuscite. Trovo importante che abbiate intitolato la vostra manifestazione all'orgoglio torinese. Perché è proprio così: oggi ci occorre molto orgoglio, nel senso positivo, di riconoscimento delle nostre capacità, per uscire da una certa sottile rassegnazione della città di fronte al declino industriale.
Occorre orgoglio per uscire da un'idea sbagliata e senza prospettive: che la crescita vissuta nel passato da Torino non tornerà mai più.
Come cristiano e come cittadino  io sono convinto che nella vita non esista nessun destino assoluto e ineluttabile. Esiste invece il futuro. E il futuro è costruito dalle nostre azioni e vi ringrazio per il messaggio di orgoglio che lanciate attraverso la vostra manifestazione, lo interpreto come un messaggio di speranza, perché insieme stiamo cercando di capire cosa occorre fare perché la nostra bella città torni a sorridere".

 

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