200mila euro a Chiara Appendino: rimborsata dal Comune per il processo Ream
E' la cifra che l’ex sindaca ha pagato per le spese legali e che ora le viene restituita grazie ad una norma che assicura gli amministratori pubblici dichiarati innocenti
Chiara Appendino rimborsata per la somma di 200mila euro dal Comune. E' la cifra che l’ex sindaca ha pagato per le spese legali e che ora le viene restituita grazie ad una norma che assicura gli amministratori pubblici dichiarati innocenti. Ironia della sorte tocca al Comune pagare per quel processo voluto proprio da Stefano Lo Russo. Per farlo, il Consiglio comunale ha dovuto approvare una variazione al bilancio comunale, per aggiungere altri 200 mila euro ai fondi normalmente previsti per le spese legali della città.
L'esposto firmato nel 2017
Era il 2017, quando Stefano Lo Russo, allora capogruppo del Pd in Sala Rossa, firma, assieme ad altri colleghi dell'opposizione, l'esposto per un presunto falso in bilancio della giunta pentastellata di Torino. Di fatto denuncia Appendino per 5 milioni di caparra versati dalla Ream, allora presieduta da Giovanni Quaglia, per ottenere la prelazione sull'area ex Westinghouse che, secondo le opposizioni, il Comune aveva omesso di inserire nel bilancio 2017. Ne nasce un processo che dura sette anni.
L'assoluzione nel 2023
Nel 2018 arriva il rinvio a giudizio, nel settembre 2020 la condanna in primo grado: 6 mesi per falso ideologico per Appendino e per l'assessore al Bilancio Sergio Rolando, mentre per l’allora capo di gabinetto Paolo Giordana arriva una pena di 8 mesi. A questo punto Appendino si autosospende dal M5S. A maggio 2022 la Corte d’Appello ribalta la sentenza di primo grado e l'assolve, l'anno dopo la Cassazione mette fine alla vicenda con la conferma della sentenza di secondo grado.