Fumi? Ti allontani dagli altri (o chiedi il permesso) anche se sei al parco: nuove restrizioni per gli amanti della nicotina
La sanzione amministrativa per chi viola il regolamento sarà di 100 euro
Sono lontani i tempi in cui si fumava negli uffici e nei cinema, e meno male, ma adesso per i fumatori non basta neanche più uscire dagli edifici: per concedersi una pausa alla nicotina dovranno infatti rispettare una particolare distanza (distanza di cortesia) dalle altre persone salvo esplicito consenso.
Torino segue quindi l'esempio di Milano e diventa la seconda grande città a proibire il fumo all'aperto, tutto questo grazie ad una delibera, proposta dal consigliere dei Radicali Silvio Viale che modifica il regolamento comunale.
Cosa cambia
In buona sostanza all'aperto si potrà continuare a fumare, ma a 5 metri di distanza dagli altri. Sarà vietato inoltre in ogni caso fumare in presenza di bambini o di donne in gravidanza, come già previsto dal regolamento.
La modifica riguarda l’articolo 7 del regolamento di polizia urbana numero 221: all’articolo è stato aggiunto un passaggio che dice che il divieto riguarda le sigarette, il sigaro, la pipa, il tabacco riscaldato, ogni prodotto a combustione, e anche le sigarette elettroniche, che quindi vengono assimilate alle sigarette normali. La sanzione amministrativa per chi viola il regolamento sarà di 100 euro, come quella già prevista dal divieto di fumo in vigore nelle aree gioco per bambini.
Per Viale si tratta di una questione culturale e di rispetto fra le persone. La misura contribuirà alla riduzione dell'impatto del fumo, che rimane la principale causa di patologie mediche e oncologiche e favorirà un consumo più consapevole.
Negli altri Paesi
Insomma anche in Italia cresce la sensibilizzazione verso i danni da fumo passivo, anche se ancora non esiste una legge nazionale e quindi la scelta di introdurre o meno divieti è stata lasciata ai singoli Comuni. Come dicevamo l'apripista è stata Milano dove dal 2021 non si fuma nel raggio di 10 metri da altre persone nei parchi, alle fermate dei mezzi pubblici, nelle aree gioco per bambini, nelle aree per cani, nei cimiteri e nelle strutture sportive come gli stadi.
Qualcosa si muove anche da noi quindi, ma di certo non siamo ai livelli di altre città. Qualche esempio? Paesi in diverse parti del mondo, dal Messico alla Russia e al Giappone, hanno completamente vietato il fumo nei luoghi all’aperto nel tentativo di fermare i decessi legati al tabacco.
A New York, ormai da quasi vent'anni, vige il divieto totale. Lo si può fare solo per strada, ma ad almeno 30 metri dall’entrata dei palazzi, in particolare se si tratta di edifici rinomati e centri commerciali, non sul marciapiede all’esterno di scuole, centri d’infanzia e strutture sanitarie. Sì invece negli smoking bar o area.
Stessa storia in Australia che ha introdotto il divieto di fumo negli ambienti pubblici all’aperto ben vent’anni fa, nel 2000, e che si fa vanto di Melbourne prima città al mondo senza fumo.
E in Europa? il Paese più virtuoso è sicuramente la Svezia che punta a diventare un Paese "smoking free" entro il 2025. A Parigi, già dal 2019, i parchi pubblici sono stati resi smoke free, con multe di 38 euro per i trasgressori, e i "cugini" spagnoli? Dal 2011 vietano di fumare nei luoghi pubblici (inclusi ristoranti, bar, ecc), parchi per bambini e aree intorno ad ospedali e scuole.